La visita psichiatrica consiste in un colloquio della durata di circa un’ora durante il quale vengono raccolte dallo specialista informazioni di carattere generale (scolarità, professione, situazione sentimentale, stile di vita, tipo di alimentazione etc…), informazioni relative allo stato di salute (presenza o meno di patologie o elementi medici degni di nota) per poi lasciare lo spazio maggiore ad un “ritratto” del temperamento della persona (umore di fondo, livello di energie, stile nelle relazioni, interessi, attitudini) e alla descrizione del motivo della visita che può variare dalla presentazione di un lieve “disagio” fino a sintomi clinicamente significativi.
Talvolta la visita può avere solo una valenza conoscitiva e servire a comprendere che cosa sono alcuni sintomi che la persona avverte e a cui non sa dare un nome o una spiegazione vedi, ad esempio, certi sintomi d’ansia che possono condurre in un primo momento il paziente a fare varie visite specialistiche (cardiologica, gastroenterologica, pneumologica etc..) prima di giungere all’attenzione dello psichiatra.
In altri casi la visita può non essere un primo contatto specialistico per cui il compito è prima di tutto ricostruire con attenzione la storia dei precedenti episodi, le loro caratteristiche, la relazione temporale – quando presente- con specifiche situazioni o eventi, le eventuali terapie effettuate, il tipo di risposta ad esse in termini di efficacia e tollerabilità.
Le possibili indicazioni con cui termina la visita – trattamento farmacologico, psicoterapico o l’associazione di entrambi- dipendono da una serie di fattori tra i quali l’intensità, la durata della sofferenza della persona e il relativo impatto sul proprio funzionamento, le precedenti esperienze terapeutiche avute, le capacità metacognitive e attitudini del paziente stesso. E’ possibile che la visita termini anche mettendo in evidenza che non vi sono esigenze di alcun trattamento. Il concetto di fondo è che la scelta terapeutica per contenere elementi in più di efficacia deve essere sempre una scelta condivisa, frutto di una sorta di “gioco di squadra” medico- paziente.
Nel caso in cui la scelta ricada sulla terapia farmacologica verrà effettuato un controllo dopo un certo periodo di tempo per valutare il beneficio o meno della terapia prescritta. Viene inoltre fornito un recapito telefonico di riferimento dal professionista che la persona può usare, in attesa del controllo, per poter avere informazioni o delucidazioni in caso di bisogno.
La valutazione delle possibili opzioni terapeutiche è piuttosto “cara” al nostro centro che da anni lavora dietro al concetto di integrazione. E’ a disposizione infatti presso il nostro ambulatorio un’ équipe multidisciplinare fatta da medici psichiatri, psicoterapeuti e altre fugure quali nutrizionista, riabilitatore psichiatrico in costante collaborazione.
Inoltre a rafforzare il concetto di integrazione i professionisti stessi che effettuano una prima visita psichiatrica hanno tutti una doppia formazione come medici psichiatri e psicoterapeuti. Questo ha permesso loro negli anni di progettare percorsi terapeutici che mettessero insieme, quando opportuno, la terapia cognitiva e quella farmacologica, facendo tesoro delle esperienze maturate all’interno di due scuole di formazione prestigiose come la APC-SPC di Roma (scuola di psicoterapia) e la clinica psichiatrica dell’Università di Pisa.