a cura della Dott.ssa Lavinia Rossi

Lavoragile, smart working, coworking, Zoom , Skype, FaceTime, i sistemi reggeranno?

Lo smart working, tradotto in italiano  come telelavoro, in circa 2 settimane è letteralmente quadruplicato, non per moda, si sa. Per molte categorie lavorative è un fenomeno rivoluzionario a 360 gradi.

Tanti lavoratori dopo la chiusura di aziende, centri commerciali si sono sentiti “nudi”, “disoccupati”, in rovina. Per fortuna c’è la possibilità di lavorare da casa.

Questo metodo di lavoro, disciplinato con il quadro normativo della Legge 81/2017, può essere definito come un “insieme di modelli organizzativi, moderni e non convenzionali, caratterizzati da un elevato livello di flessibilità nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti di lavoro, e che fornisce a tutti i dipendenti di un’azienda le migliori condizioni di lavoro”. Questa definizione chiaramente non aveva previsto: quarantena, lockdown e coronavirus.

Per causa di forza maggiore, i lavoratori di tutte le specie: autonomi, partita iva e dipendenti, hanno cominciato a riscoprire questo sistema di lavoro al fine di ridurre il contagio ed esporsi o esporre il cliente / utente.

L’uso capillare della rete, accorcia le distanze ed ha cambiato notevolmente il modo di lavorare in molti Paesi e per molte aziende. Esistono varianti delle applicazioni, vedi la digital collaboration dove soci, collaboratori o ricercatori effettuano riunioni di ricerca / formazione mediante Skype. Altre opzioni disponibili, scoperte grazie a #IORESTO ACASA è la Instant Collaboration, grazie a Skype e Zoom (piattaforme digitali dove si possono fare collaborazioni- seminari training attualmente sospesi).

Dal 13 Marzo il lockdown in Italia e susseguentemente, a macchia d’olio, in tutta Europa ha portato a un sovraccarico della rete per la crescita della domanda, tanto che l’UE ha richiesto un monitoraggio del flusso dei dati agli Stati membri e come conseguenza è stato proposto, a colossi come Netflix e Youtube, di ridurre la programmazione in alta definizione per permettere il corretto funzionamento della rete.

E se si dovesse verificare un crash di internet anche il “neofita lavoratore da casa” potrebbe crollare?

Lo smart working è una modalità tutta da scoprire e per svolgerlo al meglio esistono alcune semplici regole da applicare mentre si lavora con bambini in casa che gironzolano, con le disinfestazioni in strada, la polizia, le ordinanze, la spesa contingentata al supermarket, la farmacia ad orario, ecc..

Smart working e work life balance : equilibrio tra il lavoro e la vita delle relazioni familiari e sociali.

Il concetto di Work life balance nasce per le madri lavoratrici o per quei lavoratori che optano di lavorare da casa, per intervalli di tempo concordati con le aziende.

Non esiste un modello uguale per tutti e non esiste un modello giusto o sbagliato. È un processo in continua evoluzione influenzato da variabili quali: fascia di età, genere, appartenenza geografica.

Questo metodo serve a ristabilire le priorità tra le energie spese e gli obiettivi raggiunti.

Gli stessi canali che si usano per lo smart working possono essere adoperati per un Dinnerskype o una sessione di pilates.

SCEGLI IL POSTO CHE TI FA STARE BENE: il lavoro dovrebbe essere agile per definizione, definisci un orario, un numero di prestazioni nella settimana, scegli una stanza che ti piace, proietta la web cam verso un quadro che ti piacerebbe vedere inquadrato, una parete neutra, quello che desideri. Scegli un posto luminoso. Vestiti comodo alla fine sei a casa, ma sii professionale.

Non eccedere, concediti una pausa. Fai delle tue mura il tuo ambiente di lavoro momentaneo.

SII FLESSIBILE

La flessibilità in senso più lato è intesa in termini di orario, sede di lavoro e mansione: come disponibilità, rispetto alle esigenze e richieste del datore di lavoro, o ad un trasferimento della sede di lavoro.

La flessibilità del lavoro sul piano cognitivo migliora il senso di efficacia e di conseguenza la performance lavorativa diventa più gratificante, nonostante il periodo complicato. Questo permette di ridurre quel senso di imbarazzo iniziale che si prova utilizzando una nuova modalità di lavoro.

Si è visto che la flessibilità aumenta la gratificazione e sarà quindi più difficile sperimentare il senso di “overwhelming”, ovvero quel “essere travolti” dal proprio lavoro che sperimentano tutte quelle persone che hanno un iper-dedizione al lavoro autonomo o da dipendente.

Le attuali misure di governo, speriamo momentanee, dovrebbero essere un ‘occasione per riflettere se il lavoro da casa può diventare una condizione di lavoro abituale e non legata solo a situazioni di emergenza.

Ancora una volta scomodiamo il tema della “resilienza”, ovvero la capacità di un individuo di affrontare un periodo difficile, stavolta per ciò che riguarda il contrasto all’improduttività ovvero alla “temuta” possibilità di fallimento. Lo smart working, nonostante possa creare un impaccio iniziale, potrebbe rivelarsi un valido alleato e uno strumento che aumenta la resilienza.

Seguendo delle semplici regole si può evitare la sensazione di sovraccarico e di mal gestione del proprio lavoro, evitando l’uso di più devices contemporaneamente, la sovraesposizione ai monitor, e favorendo la gestione sicura del traffico dati e il rispetto della privacy.

Tutto ciò ci consentirà di sviluppare empatia virtuale e vicinanza nonostante l’era del metro di distanza, delle mascherine e dei gel idroalcolici.

Abbiamo fiducia nelle nostre infinite risorse e ANDRATUTTO BENE