a cura della dott.ssa Chiara del Nero

Crescere significa imparare che la propria vita adulta consiste in una somma di scelte e decisioni personali; significa rendersi conto che la facoltà di decidere dà la libertà. Osare, assumersi la responsabilità e il dolore che questo tipo di libertà comporta è la condizione primaria dell’esistenza.

 Il 10 maggio 1996, Lene Gammelgaard è la prima donna scandinava, psicoterapeuta, a raggiungere la cima dell’Everest. Il giorno dopo è una tra le sopravvissute al disastro tra i più terribili della storia dell’alpinismo fino a quel giorno.

Perché gli alpinisti accettano il rischio di mettere in pericolo la propria vita?

Confrontarsi con ostacoli e difficoltà, superare i propri limiti, spingere il corpo oltre i confini, rappresentano da sempre obiettivi nucleari dell’essere umano.

Scalare le montagne è l’emblema del desiderio di andare oltre, sfidare la natura e se stessi.

Un alpinista non è uno sprovveduto; al contrario, è un superesperto che, in ogni passo del proprio viaggio, si adopera per procedere in sicurezza. Per ridurre al minimo i rischi e gestire gli imprevisti, ha conoscenze in meteorologia, tecnologia e materiali, orientamento, conformazione del terreno e del ghiaccio. Inoltre, è un esperto conoscitore di sé (emozioni, reazioni e timori, limiti e capacità) per affrontare sacrifici, rinunce, allenamenti, separazioni e rischi di una disciplina che costringe a confrontarsi con l’ignoto.

Non è questione di follia o di scarso amor proprio come possono ipotizzare i non addetti ai lavori. C’è ben altro dietro al desiderio di raggiungere la vetta – Everest, Kilimangiaro, Cervino o Grigna e Grignetta che sia.

Nella scelta di praticare alpinismo può influire il contesto esterno, familiare o ambientale, in cui si è cresciuti, l’amore per la natura, il piacere per l’esplorazione ma anche e soprattutto la caratterizzazione di sé che passa attraverso il concetto latino di VIS, forza, vigore, valore.

Scopi e credenze interiori orientate dal valore personale, possono rappresentare gran parte degli ingranaggi del motore che spingono un essere umano verso l’alpinismo: investire sull’obiettivo di lasciare una traccia ed impegnarsi in qualcosa di straordinario in un’esistenza imprevedibile e transitoria.

Segli il tuo sentiero e lascia una traccia” (Anonimo)