a cura della Dott.ssa Martina Perini
Mancano pochi giorni al fatidico giorno di san Valentino.
Per strada, nei negozi, alla tv, alla radio, su internet, ovunque trovo riferimenti alla giornata degli innamorati: promozione cena romantica, pacchetti per terme ed hotel con Spa, offerte biglietti treno 2X1, compagnie telefoniche che regalano GB in onore di questa festività, massaggi di coppia, caccia al tesoro per due, …
Ma come è nata questa ricorrenza?
La festa di San Valentino è stata istituita nel 496 d.C. da papa Gelasio per metter fine alle pratiche licenziose ed immorali delle celebrazioni dei Lupercali. San Valentino era un vescovo romano che nacque a Interamna Nahars (Terni) nel 176 dC e morì a Roma il 14 febbraio 273; fu scelto come patrono degli innamorati perché la leggenda narra sia stato il primo a celebrare l’unione fra il pagano Sabino e la cristiana Serapia. Questa cerimonia avvenne in fretta perché la ragazza era malata e i due morirono assieme, mentre Valentino li benediceva.
La prima testimonianza letteraria moderna che associa fra il giorno di san Valentino all’amore romantico risale a “Parliament of Fowls” (Il Parlamento degli Uccelli) di Geoffrey Chaucher (1343-1400), scrittore spesso considerato il padre della letteratura inglese. G.Chaucher scrisse un poema in onore del primo anniversario di fidanzamento del re Riccardo II d’Inghilterra e Anna di Boemia che convolarono a nozze otto mesi dopo, il 2 maggio 1381, all’età di appena 15 anni ognuno:
“For this was on seynt Volantynys day
Whan euery bryd comyth here to chese his make”
Per questo accadeva il giorno di San Valentino,
quando ogni uccello va in cerca della sua anima gemella
Il biglietto più antico di San Valentino risale sempre al XV secolo: si tratta della lettera d’amore scritta in rima dal duca Carlo d’Orléans imprigionato nella torre di Londra dopo la battaglia di Agincourt a sua moglie, Bonne d’Armagnac:
“Je suis déjà d’amour tanné, ma très douce Valentinée”
Sono già malato d’amore, mia dolcissima Valentina
Quindi sin dalle origini la festa degli innamorati è stata connotata come una difficile lotta: lettere scritte dalla prigione, amanti sposati di nascosto… una escalation di dure prove che, una volta superate, poteva portare al tanto anelato ricongiungimento dei due amati.
Ecco l’amore romantico, l’amore che strazia il cuore!
Il grande Shakespeare nell’Amleto ci parla di San Valentino, affidando ad Ofelia queste parole
“Tomorrow is Saint Valentine’s day
All in the morning betime,
And I, a maid, at your window,
To be your Valentine.
Then up he rose, and donned his clothes,
And dupped the chamber door;
Let in the maid, that out a maid
Never departed more”
Domani è il giorno di San Valentino,
Presto al mattino
Verrò al tuo balcone
Per essere la tua Valentina.
L’altro si alzò, si vestì.
Fece entrare la fanciulla, che fanciulla
Non più si dipartì
Il celebre drammaturgo inglese nelle sue opere teatrali, nei suoi sonetti e poesie d’amore ha descritto magistralmente con parole che scuotono il cuore cosa si prova quando si è innamorati, indagando le passioni e riuscendo a decifrare l’animo umano.
E per questo San Valentino facciamoci un regalo speciale: rileggiamo qualche brano tratto dalle sue opere per immergerci tra sogno e realtà nella fase dell’idillio d’amore.
“Love, love madly,
love more than you can
and if they say that it is sin,
love your sin
and you’ll be innocent”
Ama, ama follemente,
ama più che puoi
e se ti dicono che è peccato
ama il tuo peccato
e sarai innocente
(Shakespeare, Romeo and Juliet)
“Love is a smoke
raised with the fume of sighs,
being purged,
a fire sparkling in lover’s eyes,
being vexed,
a sea nourished with lover’s tears.
What is else?
A madness moste discreet,
A choking gall
And a preserving sweet”
L’amore è vaporosa nebbiolina
formata dai sospiri;
se si dissolve
è fuoco che sfavilla
scintillando negli occhi degli amanti;
se è ostacolato
è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti.
Che altro è esso?
Una follia segreta,
fiele che strangola
e dolcezza che sana
(Shakespeare, Romeo and Juliet)
“If I were to kiss you
Then go to hell,
I would.
So then i can brag
With the devils
I saw heaven
without ever entering it”
Se per baciarti
dovessi andare poi all’inferno
lo farei.
Così potrò vantarmi con i diavoli
di aver visto il paradiso
senza mai entrarci
(Shakespeare, Romeo and Juliet)
“Shall I compare thee to a summer day?
Thou art more lovely and more temperate:
Rough winds do shake the darling buds of May,
and summer’s lease hath all too short a date (…)”
Devo paragonarti ad un giorno d’estate?
Tu sei più incantevole e mite
Violenti venti scuotono i cari germogli di maggio,
E la durata dell’estate ha una scadenza troppo breve (…)
(Shakespeare, Sonetto 18)
“Doubt thou the stars are fire
Doubt that the sun doth move
Doubt thruth to be a liar
But never doubt i love”
Dubita che le stelle siano fuoco;
dubita che il sole si muova;
dubita che la verità sia mentitrice:
ma non dubitare mai del mio amore
(Shakespeare, Hamlet)
Che fine hanno fatto nel tempo lo “struggle for love” e l’ideale di amore romantico?
Si sono ridotti ad una giornata, il 14 febbraio, in cui scambiarsi cioccolatini, bigliettini, regali e festeggiare con cene a lume di candela e rose rosse?
Forse questo trasporto che acceca cuore e mente è da ritrovare nelle prime fasi dell’innamoramento, quel processo che consente la formazione della coppia ed è caratterizzato prevalentemente da meccanismi di idealizzazione di sé e dell’altro.
Quando ci innamoriamo abbiamo una visione parziale e condizionata emotivamente; tutto sembra roseo e la sessualità gioca un ruolo fondamentale perché permette alla coppia di accedere ad un alto grado di intimità.
Ogni partner è attratto da alcune qualità positive dell’altro fino ad idealizzarlo nella sua totalità. Questa attrazione permette anche una idealizzazione di sé e della realtà circostante. Ciascun membro della coppia proporrà una immagine di sé che avrà tanta più presa sull’altro quanto più capace di rispondere ai vecchi bisogni irrisolti nella prima infanzia del partner.
Questa prima fase idilliaca avrà poi modo di scontrarsi con la quotidianità, con l’emergere dei primi conflitti: si realizza che l’altro non è la figura idealizzata creata nella fase dell’innamoramento, ma vengono messi in evidenza i limiti della relazione, i propri e quelli del partner.
I due innamorati avranno modo di conoscersi per quel che sono veramente e se supereranno questa fase critica potranno passare dalla fase dell’innamoramento all’Amore.
E in questa fase accetteremo l’altro per quello che è, per i suoi pregi e difetti; anzi, a volte saranno proprio le differenze dell’altro a venirci incontro e a completarci. Come sostiene Minuchin (1993), padre della terapia strutturale della famiglia, “la complementarietà è la colla che tiene insieme le persone”.
In tal modo lo scambio si configura come un’opportunità preziosa di sviluppo e crescita individuale.
Quindi, tornando a Shakespeare, voglio concludere questo breve articolo con una sua citazione che ci invita a cercare Valentino ogni giorno, nei piccoli gesti e pensieri che abbiamo per l’altro/a.
“ These sudden joys have sudden endings.
They burn up in victory like fire and gun power.
When they meet, as in a kiss, they explode.
Too much honey is delicious,
but it makes you sick to your stomach.
Therefore, love each other in moderation.
That is the key to long lasting lov.
Too fast i sas bad as too slow”.
Queste gioie violente hanno fini violente.
Muoiono nel loro trionfo,
come la polvere da sparo ed il fuoco,
che si consumano al primo bacio.
Il miele più dolce diventa insopportabile per la sua eccessiva dolcezza:
assaggiato una volta passa per sempre la voglia.
Amatevi dunque moderatamente, così dura l’amore.
Chi ha troppa fretta arriva tardi come chi va troppo piano.
(Romeo and Juliet)