di Monica Ganni – biologa nutrizionista
“Come mangiate potrebbe influire sulla vostra salute tanto quanto quello che mangiate”
Mangiare cibo vero nella vita quotidiana è la chiave più semplice per seguire un’alimentazione sana ma è anche una sfida, considerando le migliaia di nuovi prodotti che fanno la comparsa ogni anno sugli scaffali dei supermercati.
Andare a far la spesa armati di tale indicazione vi permetterà però, di non sprecare tempo nelle corsie dei supermercati a leggere le etichette di tutti quei prodotti pseudo alimentari escogitati da industria alimentare per essere più appetibili ed essere conservati a lungo.
Le popolazioni che seguono una cultura alimentare tradizionale sono solitamente più sane di quelle che hanno adottato una dieta a base di cibi industriali. Nell’analizzare una cultura alimentare, è bene fare attenzione non solo a cosa, ma anche a come vengono abbinati gli alimenti e a come si mangia in quella particolare popolazione . Una cultura alimentare tradizionale è molto di più di una dieta. Questa è la lezione del cosiddetto “Paradosso Francese”: una popolazione dedita a un menù pieno di cibi grassi (ma cibi veri), il tutto annaffiato da vino rosso, e che ciononostante è più sana, più magra e vive un po’ più a lungo di quella americana che tipicamente consuma pochi cibi veri. Non va trascurato il fatto che i francesi hanno un rapporto con il cibo completamente diverso da quello degli americani. A tavola consumano porzioni ridotte, non chiedono il bis, i loro pasti sono sempre occasioni di relax, in cui le pietanze vengono assaporate senza fretta e in buona compagnia. Questi comportamenti probabilmente contano più di qualsiasi nutriente magico della loro dieta. Quindi, affinché il momento del pasto non diventi un’insidia per la vostra salute è fondamentale imparare anche ad avere un rapporto più consapevole con il cibo, di qualunque cibo si tratti.
Di seguito una serie di sagge abitudini alimentari che dovrebbero governare l’atto del mangiare.
Mangiare lentamente – E’ il presupposto affinché la bocca riesca a percepire e a gustare i cibi ma che consente anche di trarre più nutrienti da ciò che mangiamo. La saliva contiene degli enzimi digestivi che cominciano a scomporre gli alimenti ancor prima di ingoiarli, a patto che i bocconi vengano masticati bene e permangano in bocca il tempo sufficiente. Inoltre, mangiare lentamente consente la sincronizzazione con i meccanismi biologici di raggiungimento del senso di sazietà: occorrono 20 minuti dall’ingestione del cibo perché questo feedback venga completato.
Assaporare il cibo – Tenere a mente che “ La festa è nel primo boccone” e quindi è consigliabile gustare fino in fondo i primi bocconi, e smettere prima che quella soddisfazione sia sparita: continuando a mangiare aumenteranno solo le calorie, non il piacere!
Ascoltare la pancia – La cultura del cibo è diventata una cultura della vista e molte persone permettono a stimoli visivi di determinare quanto mangeranno: più grande è il piatto che hanno davanti e più tendono a riempirlo e a mangiare. Era questo che intendevano le nonne con il detto “Hai gli occhi più grandi dello stomaco!”
In realtà è importante ascoltare e dar retta ai segnali di fame e soddisfazione provenienti da tutto il corpo in modo da mangiare la quantità giusta di cibo.
Smettere di mangiare prima di sentirsi pieni – Oggi,nella nostra culturaalimentare,è diffusa l’idea di mangiare fino a sentirsi pieni. In realtà in molte altre culture è consigliato di smettere prima di arrivare a quella soglia. Secondo i giapponesi bisognerebbe fermarsi quando ci si sente pieni all’80%. La tradizione ayurvedica indiana raccomanda di mangiare finché ci sentiamo pieni al 75%. I cinesi optano per il 70%. In francese, per terminare il pasto non si dice “sono pieno” ma je n’ai plus faim, “non ho più fame”.
Dunque, per valutare la vostra soddisfazione alimentare , non domandatevi “sono pieno?” ma “ mi è passata la fame?”. Sicuramente quel momento arriverà qualche boccone prima.
Riservare i cibi da occasione speciale alle occasioni speciali – Il solo pensiero delle feste natalizie fa accendere le aspettative gustative. Che le si apprezzi o meno, queste giornate evocano ricordi di sapori, odori e colori ben specifici: le lunghe ore passate a cucinare, la condivisione di un pasto speciale con una serie di cerimoniali come la tavola apparecchiata per le feste, il piatto speciale della mamma, la fragranza e la consistenza dei dolci e tanto altro. Cibi che evocano calore e intimità, quindi nutrienti, da assaporare con la dovuta consapevolezza in occasioni particolari.
Di tanto in tanto, trasgredire alle regole – Non conta quello si mangia occasionalmente, ma le abitudini che governano l’alimentazione quotidiana.
Riepilogando: Mangiate cibo vero, con moderazione, assaporandolo e occasionalmente trasgredite.
Fonte di ispirazione “Breviario di resistenza alimentare” di M. Pollan