a cura della Dott.ssa Sara Pinochi
Il webinar promosso dalla Società Italiana di Psicoterapia Interpersonale è stato un successo. La proposta di una formazione introduttiva sulla Psicoterapia Interpersonale (IPT) ha suscitato interesse e curiosità non solo per la grande attualità dei temi trattati ma anche per la presenza di molteplici figure di spicco, in particolare, esperti nazionali e internazionali, che con grande chiarezza e maestria, hanno illustrato i punti di forza e la sua applicazione nel trattamento di differenti psicopatologie. Nata negli anni 70’ come psicoterapia breve manualizzata ad opera di Kleirman e Weissman, la Psicoterapia Interpersonale (IPT), si pone come obiettivo primario quello di trattare la sintomatologia depressiva e migliorare il funzionamento interpersonale dell’individuo attraverso un percorso breve e focalizzato, di 12/20 sedute durante il quale le relazioni interpersonali assumono un ruolo chiave. L’interazione di quest’ultime con componenti genetiche, evolutive, biochimiche e di personalità sembra essere infatti, un fattore determinante nella genesi e nel mantenimento della sintomatologia depressiva. L’aspetto più interessante ed originale della IPT riguarda però il raggruppamento delle problematiche interpersonali in 4 differenti aree, ciascuna delle quali può ricoprire un certo peso ed essere al contempo maggiormente correlata con l’insorgenza dell’episodio depressivo in atto: si tratta di 1) Contrasti interpersonali, 2) Transizioni di Ruolo, 3) Dolore del lutto e 4) Deficit Interpersonali (in termini di isolamento sociale e solitudine), ampiamente discussi e valutati in sede di colloquio. Dopo un’iniziale psicoeducazione al disturbo, l’area problematica maggiormente correlata alla sintomatologia verrà discussa ed approfondita in accordo con il paziente, diventando così, il focus specifico su cui sviluppare l’intero percorso.
Le difficolta interpersonali vissute vengono ben rappresentate nell’intervento di Paolo Scocco, psichiatra presso la Clinica psichiatrica dell’Università di Padova e psicoterapeuta. In un periodo storico così complesso e delicato sotto il profilo umano e psicologico l’IPT risulta essere secondo Scosso, estremamente attuale nella misura in cui le conseguenze pandemiche possano essere ascritte nell’ottica delle 4 aree problematiche sopra citate. La sintomatologia depressiva conseguentemente al Covid19, può difatti originarsi a causa di un lutto complicato per la perdita improvvisa di un familiare o di un amico, oppure per la perdita del posto di lavoro, in misura tale da determinare una transazione di ruolo complicata, dolorosa e inaspettata.
Sono perciò i cambiamenti, e più nello specifico, i ritmi sociali che sembrano ricoprire un ruolo centrale nell’ottica Interpersonale. Marco Saettoni, Psichiatra, Psicoterapeuta e figura di rilievo nel panorama clinico per il trattamento dei Disturbi Bipolari, con il suo intervento mette ben in evidenza come a livello psicosociale, la Psicoterapia interpersonale si configuri come strumento altamente efficace per il trattamento delle fasi acute del disturbo e del suo miglioramento. Più nello specifico l’introduzione che Saettoni fa alla Terapia Interpersonale dei ritmi sociali (IPRST) successivamente approfondita da Ellen Frank, sembra offrire, così come la CBT, una chiave di lettura tailored che, cucita addosso al paziente, consente di tener conto oltre che degli aspetti interpersonali, anche di quelli comportamentali ed emotivi correlati alla psicopatologia. Al termine della giornata, è in ultimo il contributo di Ellen Frank, massimo esponente della Terapia Interpersonale dei Ritmi Sociali (IPRST) a delineare il ruolo giocato dai cambiamenti nei ritmi sociali nell’insorgenza, prima dei sintomi somatici e poi, del Disturbo Bipolare. Il principale fondamento teorico in questione considera i fattori psicologici, ambientali e situazionali, e quindi, gli eventi di vita, come elementi precipitanti degli episodi acuti, in quanto sembra proprio essere l’interruzione della normale routine sociale a favorire e incrementare la comparsa e l’esordio di episodi depressivi. Dunque in quest’ottica secondo la Frank, il difficile adattamento della persona a tali eventi, siano essi inaspettati o pianificati, deve essere discusso e ridimensionato sin dalle prime fasi di introduzione al trattamento attraverso l’iniziale educazione all’impostazione di un buon piano routinario e circadiano che possa gradualmente stabilizzare e rafforzare i ritmi sociali.