a cura di Elena Toschi

L’uomo, da sempre, ha vissuto a contatto con gli animali. Il rapporto tra esso e i cani probabilmente nacque in tempi preistorici in merito alla somiglianza tra i due esemplari: entrambi vivevano in gruppo e cacciavano, formando vere e proprie bande.

Nel corso degli anni la figura del cane si è evoluta fino a diventare un fedele animale da compagnia, ricoprendo sempre di più il ruolo di componente della famiglia aggiuntivo, come se fosse un vero e proprio figlio o fratello.

Ormai è risaputo che l’uomo si circonda di animali domestici per stare meglio, ma da diversi anni, i migliori amici dell’uomo trovano impiego, con discreto successo, anche in ambito sanitario.

L’origine dell’utilità degli animali come coadiuvanti delle terapie mediche può essere fatta risalire al 1792 quando uno psicologo inglese spronò i suoi pazienti, con disturbi mentali, ad accudire gli animali, per potenziare il loro autocontrollo e lo scambio affettivo.

Il termine PET THERAPY vero e proprio nacque ufficialmente qualche secolo più tardi, precisamente nel 1964, quando il neuropsichiatra infantile Boris Levinson si accorse che la presenza del proprio cane favoriva sia l’alleanza terapeutica con i suoi piccoli pazienti sia la motivazione a partecipare al processo terapeutico stesso.

Ad oggi, l’espressione PET THERAPY, tradotta in italiano con UTAC-  Uso Terapeutico degli Animali da Compagnia (recentemente sostituito con IAA- Interventi Assistiti con Animali), indica in modo aspecifico un supporto ai metodi di cura con l’ausilio degli animali, come cani, gatti, animali da cortile, cavalli, delfini ecc., non con lo scopo di curare malattie di per sé bensì di disporre il paziente alle terapie opportune e migliorarne il benessere e la qualità della vita.  

Tre sono le forme sotto cui si presenta la PET THERAPY:

  1. AAA: Attività Assistite con gli Animali
  2. EAA: Educazione Assistita con gli Animali.
  3. TAA: Terapie Assistite con gli Animali

Nel primo caso ci troviamo davanti ad attività ricreative e rieducative atte a favorire la socializzazione e a fornire un momento di svago, tramite l’amicizia e la compagnia che procura un animale. Le attività assistite non hanno obiettivi precisi da perseguire, gli incontri vengono gestiti in modo spontaneo ed hanno una durata  non programmata rigorosamente.

Nel caso dell’educazione assistita ci troviamo di fronte ad attività prettamente ludiche con il fine di promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione ed inserimento sociale delle persone in difficoltà. L’intervento può essere anche di gruppo e promuove il benessere delle persone nei propri ambienti di vita, particolarmente all’interno delle istituzioni in cui l’individuo deve mettere in campo capacità di adattamento. Nel caso in cui i soggetti siano bambini, l’educazione assistita permette loro di instaurare un rapporto mimico e gestuale con l’animale, esplorare la comunicazione non verbale e affinare la loro sensibilità ai segnali di piacere e stress del compagno di gioco. L’animale diventa una figura affettiva per il bambino, permettendo uno scambio emozionale continuo.

Quando si tratta, invece, di curare la salute psicofisica di soggetti che hanno ricevuto una diagnosi precisa, si procede con le Terapie Assistite. In questo caso gli interventi terapeutici sono personalizzati, ad esempio scegliendo l’animale adatto, affiancano le normali cure, sono programmati nel dettaglio e sono gestiti da molteplici figure professionali (medici, neurologi, fisiatri, psicologi, pedagogisti, educatori, veterinari).

Dal punto di vista motorio un animale, specialmente il cane, stimola la camminata, il lancio di oggetti, il rincorrerlo, toccarlo e accarezzarlo. Dal puto di vista sociale il cane ci insegna a comprendere le sue espressioni e i suoi segnali di gratificazione, fastidio o richiesta. Per quanto riguarda l’autonomia, l’acquisizione di capacità di accudimento (dare il cibo o spazzolare) rende il paziente molto più sicuro di sé e disponibile all’apprendimento di autonomie riguardo la propria vita quotidiana e l’autogestione.

Lo scopo, dunque, è promuovere e migliorare le funzioni fisiche, sociali, emotive e cognitive del paziente e gli ambiti in cui vengono intraprese queste iniziative sono vari, spaziando dalle scuole, alle prigioni, agli ospizi, agli ospedali.

L’impiego di programmi di AAA e TAA ha visto applicazioni dagli esiti soddisfacenti con patologie dell’infanzia e adolescenza (autismo, ADHD, ecc.), con disturbi sensoriali (sordità e cecità), con disturbi di personalità, disturbi dell’adattamento, disturbi d’ansia e d’umore, disturbi psicotici, disturbi psichiatrici, con le tossicodipendenze, gli immunodepressi e i malati terminali, con anziani, con i post comatosi, ecc.

Alcune condizioni, però, non sono indicate per lo svolgimento di tali terapie: ad esempio l’ipocondria potrebbe portare il paziente a vedere l’animale come un portatore di malattie; il disturbo ossessivo-compulsivo può prevedere una mania dell’igiene che ostacolerebbe il contatto con l’animale potenzialmente “sporco”; la depressione grave, l’oligofrenia grave o patologie psichiche gravi potrebbero portare al maltrattamento dell’animale ed infine la zoofobia, ovvero la paura eccessiva dell’animale, impedirebbe qualsiasi approccio di PET THERAPY. Altri elementi non meno importanti da tenere in considerazione sono la presenza di allergie al pelo o un mancato interesse per l’animale.

Al di là delle controindicazioni, è affascinante notare quanto la PET THERAPY stia prendendo sempre più spazio nelle terapie destinate a due categorie specifiche di pazienti: da un lato gli anziani, in particolar modo quelli ricoverati nelle case di cura, e dall’altro i bambini con spettro dell’autismo.

Studi confermano che la PET THERAPY è efficace per migliorare i sintomi depressivi e le funzioni cognitive per le persone anziane, specialmente coloro che soffrono la solitudine, dove la presenza e il sostegno di un animale può aiutare a ritrovare la serenità, favorendo le relazioni interpersonali. Per i pazienti affetti da demenza senile o Alzheimer l’ incontro di un’ora e mezza a settimana con un cane sembra  riportare una diminuzione dell’irrequietezza,  dell’insonnia e addirittura delle cadute (Moretti et al., 2011).

Nei bambini affetti da autismo, la presenza di un amico a quattro zampe, comporta una riduzione dello stress, dell’ansia e dell’irritabilità e di conseguenza un ambiente familiare più rilassato.

Gli studi hanno riportato effetti positivi riguardo la PET THERAPY, svolta sia con cani che con cavalli, affermando che essa è in grado di aumentare le funzionalità prosociali e comportamentali di tali bambini e, inoltre, determina alti livelli di soddisfazione, non solo nei piccoli ma anche  nelle loro famiglie (Siewertsen et al. 2015).

Riassumendo, possiamo affermare che il contatto con l’animale, caratterizzato da immediatezza, spontaneità, fiducia e soprattutto assenza di giudizio, permette agli individui, indipendentemente dalla patologia, di sviluppare un senso di sé positivo.

La presenza di un animale consente di fare un’esperienza unica, ricca di emozioni e conoscenze, e incentiva alla condivisione e al rispetto dell’altro.

Seneca diceva che “l’amore per un cane dona grande forza all’uomo” e noi non possiamo che essere d’accordo.  

Bibliografia e sitografia:

Allegrucci, F., & SILVIOLI, B. (2007). Il mondo sconosciuto della Pet Therapy. www. diregiovani.it.

Moretti, F., De Ronchi, D., Bernabei, V., Marchetti, L., Ferrari, B., Forlani, C., … & Atti, A. R. (2011). Pet therapy in elderly patients with mental illness. Psychogeriatrics11(2), 125-129.

Siewertsen, C. M., French, E. D., & Teramoto, M. (2015). Autism spectrum disorder and pet therapy. Adv Mind Body Med29(2), 22-25.

Sollami, A., Gianferrari, E., Alfieri, M., Artioli, G., & Taffurelli, C. (2017). Pet therapy: an effective strategy to care for the elderly? An experimental study in a nursing home. Acta Biomed88(1-S), 25-31.

Animali terapia dell’anima, Brescia, Ed. Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche, 2000.

Ministero della Salute Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari (2015) Interventi assistiti con animali (IAA), linee guida nazionali.

https://www.paginemediche.it/benessere/corpo-e-mente/cos-e-la-pet-therapy-e-quali-sono-i-benefici