a cura della Dott.ssa Lavinia Rossi
Black friday, Cyber Monday nella pandemia piccole soddisfazioni durante chiusure e coprifuoco , , durante la chiusura il risparmionporta poi ad abbuffate di acquisti in giorni di sconti. Ma sno veri sconti? sono sconti civetta? rimanenze di passate stagioni? Oggetti indisepensabili? Stando un sondaggio due terzi dei consumatori hanno intenzione di fare acquisti su internet in questa settimana .C’ è chidice no, in Francia i negozi potranno anticipare dal 1 dicembre al 27 novembre la riapertura, Amazon France ha accettato di rinviare di una settimana, ovvero al 4 dicembre, il “Black Friday”, minimizzando i rischi di assembramento per la giornata dei grandi sconti, visto la riduzione della curva dei contagi. Confesercenti chiede adottare la stessa misura dei cugini Francesi. La piattaforma di e-commerce Amazon però traballa. Lo slittamento dei saldi al 4 dicembre secondo i colossi come amazon inciderebbe sul fatturato delle piccole e medie imprese che vendono sulla piattaforma approfittando della capacità di indicizzazione e la popolarità per la clientela al dettaglio.
Oggi gli ideatori del Black Friday, nato nel 1924 accanto alle misure anti-covid d’obbligo, ben esposte nei loro negozi, hanno definito chiaramente il modello di espansione, che prevede una riduzione dei punti vendita e un investimento a livello globale in ambito on-line. Tempeste pubblicitarie via tv, Sky, radio promuovono sconti imperdibili. Questo lo si intuisce appena ci affacciamo sui siti web, che come primo messaggio ci propone quali clienti extra USA uno sconto del 25% e consegne in oltre 200 Paesi.
. Che sia un’occasione per gli operatori del settore è incontrovertibile, ma per la prima volta sarà un Venerdì Nero diverso e ricco di incognite.
Quest’anno assistiamo ad uno scenario mutevole, una serie di regole e di comportamenti anti Covid che non permettono di affollare magazzini e centri commerciali, tanto è vero che negli USA le offerte Black Friday convergono in prevalenza sui portali web delle aziende.
La maggior parte dei siti di vendita on- line hanno pubblicizzato offerte interessanti con l’obiettivo di ridurre gli assembramenti capaci di compromettere salute pubblica e fatturati. Probabilmente rivedremo la curva degli acquisti sul web , compatibilmente a quanto già registrato durante i mesi di lockdown.
La domanda è: “Quali saranno i comportamenti reali di acquisto e su quali prodotti si concentreranno principalmente?”, vista anche la crisi occupazionale che investe l’economia globale.
Perchè comprare a Novembre? “ mi avvantaggio sui regali di Natale”, “ si fanno affari incredibili” In molti pazienti si manifesta il rifiuto a recarsi in negozio, preferendo gli acquisti on-line perché meno invasivi in una fase pandemica instabile, compatibile con fobia e che alcuni associano alla psicologia della paura. .
Di solito il consumatore agguantava i prodotti, spinto per lo più da un istinto emotivo. Oggi le aziende, sempre secondo Marcotte, devono immedesimarsi in una scelta razionale. Cosa non semplice: egli prevede addirittura una rivoluzione dell’architettura stessa di quel momento commerciale. Clayton Christensen della Harvard Business School parla della definizione delle motivazioni reali che sono alla base del comportamento di acquisto.
Il 27 novembre dovrebbe rappresentare anche quest’anno la celebrazione dello sconto. Sarà però un venerdì diverso, perché la pandemia ha inciso profondamente nei comportamenti di acquisto della popolzione. Già si parla di psico-marketing, come filone di studio delle “perturbazioni” psicologiche che determinati eventi, come il recente lockdown, possono creare – anche inconsciamente – nei consumatori. Un rilevamento condotto su 1580 persone ha mostrato che due interpellati su tre faranno shopping in rete il 27 novembre: un anno fa la quota era di uno su tre.
Inoltre molti venditori si sono già preparati sin dalla primavera per la battaglia online di novembre: quest’anno sarà posta molta più enfasi sugli acquisti web e molta meno alle promozioni .
Il Covid-19 detta regole in tutto anche in economia. Nel complesso la pandemia non si ripercuote negativamente sulle intenzioni di acquisto, ma porterebbe a valutare questi eventi in una logica di risparmio: coloro che dichiarano di essere stati impattati dalla pandemia risultano maggiormente interessati a fare acquisti .
Questa propensione ad uno shopping più ponderato si traduce in una spesa media prevista di 188€, una diminuzione del -9,8% rispetto al 2019, a conferma di come il virus stia limitando il potere d’acquisto quest’anno in Italia: il 58% degli italiani impattati dal Covid-19 ha dichiarato di dover ridurre le proprie spese come diretta conseguenza della pandemia.
Black Friday e Cyber Monday sono davvero le giornate più convenienti dell’anno per fare shopping? Il 43% degli italiani designa il Black Friday come quella con i migliori affari, seguono i saldi di fine stagione 16% e i Prime Days 10%.“ La promozionalità del Black Friday è stata oramai prolungata e spalmata su un periodo temporale più lungo, di fatto impattando le logiche e le aspettative di risparmio del consumatore.
Dal materasso all’orologio, dal canotto per l’estate al profumatore per l’ambiente.
Vai di click di mouse e quella cosa può essere tua. Puoi partecipare alle aste cosi hai anche una sensazione di bet, scommessa, per avere quel capo. Uno shopping facile e spesso selvaggio, tanto che gli psicoterapeuti della Facoltà di Medicina di Hannover in Germania, lanciano un allarme: essere dipendenti dagli acquisti sul web dovrebbe essere riconosciuto come un vero disturbo, con sintomi e caratteristiche definiti. E se del ‘disturbo da shopping compulsivo’ si parla da molti anni, gli esperti affermano che sta assumendo un nuovo significato nell’era di Internet, colpendo ormai una persona su 20.
Ieri, aprendo l’armadio, ho rivisto un paio di pantaloni acquistati lo scorso black friday che da un anno muoiono di noia, e mi sono chiesta quale trucco, quale motore, quale cortocircuito impulsivo della psicologia del black friday spinga ad acquisti e accumulo.
C’era necessità di quella camicia ? Di quello specccio e quelle luci ? se li avessi riposti in una scatola li avrei cercati ancora ?
Da giorni siamo bombardati da offerte e sconti di unieuro, amazon, mediaworld etc. Legata a questa strategia martellante esiste tutta una precisa psicologia del balck friday accuratamente progettata nei volantini, nei negozi e nei siti internet con il solo intento di rendere la tua esperienza il più irrazionale, compulsiva e costosa possibile.
In che modo?
In mille modi direi, facendo leva alternativamente sulle paure e sulle ambizioni, generando scelte impulsive ed in molti casi insensate
Ma tant’è, inutile combatterlo diciamo che sarebbe già sufficiente riconoscere che si tratta di un esperimento di analisi comportamentale del consumatore. l primo “trucco” ed uno dei più diffusi è il cosiddetto “Effetto scarsità“.
L’effetto scarsità è stato concettualizzato da Robert Cialdini nel 1987. Cialdini suggerì che la scarsità [ ovvero un numero ridotto o comunque definito di pezzi disponibili ] attiva in tutti noi l’istinto di competizione ed il desiderio di possedere quel prodotto seguendo la logica secondo cui se è raro, allora è prezioso.
Le cose preziose sono rare. Ma le cose rare sono tutte preziose?
quando nei volantini trovi proposte tipo “solo 50 pezzi disponibili, fai in fretta!” metti in conto che di tratta dell’effetto scarsità e nella tua mente, involontariamente, scatta un interesse impulsivo che ti conviene gestire
Psicologia del black friday: sconti sensazionali, stanchezza e pentimento
Pensare a quanto ti pentirai dei tuoi acquisti può cambiare radicalmente il tuo comportamento. Il pensiero a breve termine porta alla ricerca di sconti sensazionali, mentre prendere in considerazione una prospettiva più di lungo termine ti motiva a valutare la qualità rispetto alle occasioni.
Nella frenetica atmosfera che respiri in un negozio durante il Black Friday la tua mente si concentra solo sul risparmio di denaro, ma una prospettiva più ampia potrebbe spingerti a spendere di più per i pochi articoli che ti interessano veramente. Peccato che il black friday e, più in generale, lo shopping di Natale ti portino a fare dei tour de force massacranti passando di negozio in negozio, perdendo progressivamente in lucidità perdendo le facoltà cogntive di elaborazionidi scelte e gerarchizzazione delle necessità
Psicologia del Black Friday: l’effetto alone
Altro è il “loss leader” ( proporre un prodotto a prezzo decisamente scontato, poco sopra il prezzo di costo ) nello store, negozio di quartiere strisciata la prima volta la carta di credito facedo affari da Black friday, scatterebbe la predisposizione all’ abbuffata di prodotti a prezzo pieno perché il solo fatto di avere concluso un ottimo affare porta il soggetto in uno stato di falsa credenza e che tutto sia vantaggioso.
Psicologia del Black Friday: occhio al costo zero!
Qualcosa di strano accade al nostro cervello quando il prezzo di un oggetto va da € 1,00 al costo zero.
Quando ci viene offerto qualcosa gratis porta a perdita di concentrazione.
Chiariamo, ottenere un servizio/bene gratuitamente è ottimo , me è vero?
Siamo così concentrati dall’ottenere qualcosa gratis ( la spedizione, un’iscrizione, un regalo ) che non ci accorgiamo che, complessivamente, spendiamo più delle altre volte, sulle offerte proposte dal cyber monday l’uso della parola gratis è una strategia diffusa
Le persone ossessionate dalle spese online, carta di credito alla mano, possono finire per accumulare debiti, litigare con i propri cari e perdere completamente l’autocontrollo sulle spese e sulla vera necessità degli oggetti acquisiti. “È davvero il momento di riconoscere il disturbo da shopping compulsivo come condizione di salute mentale e di studiare più a fondo la ‘versione’ on line della malattia”, sottolinea Astrid Müller, il cui team ha effettuato un’indagine pubblicata sulla rivista ‘Comprehensive Psychiatry’.
In particolare, gli esperti tedeschi hanno studiato i casi di 122 pazienti in cerca di aiuto per la loro dipendenza da shopping online, scoprendo che nel campione ci sono tassi di depressione e ansia più alti del normale. Secondo gli studiosi l’ascesa di negozi online, app e programmi di consegna a domicilio ha raggiunto una dimensione completamente nuova, che deve far ripensare il concetto di ‘ON line seller e soprattutto del fenomeno del reselling.
Internet ha reso lo shopping immediato, anonimo, accessibile e conveniente. I negozi online funzionano 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, le persone possono comprare di tutto senza muoversi da casa, affrontare un negoziante e trasportare gli articoli. Restituire gli articoli e rivedere i soldi sulla carta o sul conto in bancario una volta accettato il reso da parte del venditore , senza oberarsi di buoni rispendibili entro date imposte dai negozianti. Altro fenomeno è il reselling dove l’acquirente mette l’oggetto acquistato in vendita cercando di trarre profitto dall’acquisto da un sito e riproponendo l’oggetto limited edition o meno su siti di vendita .
Questa micro-economia è piuttosto diffusa, e oggi per i fashion addicted non è difficile finirci dentro. Ma vendere la tua vecchia maglietta con il logo non ti rende un vero reseller. È semplicemente un modo per poter rifinanziare la propria ”ossessione”. I veri reseller invece hanno anche dei siti internet e piattaforme quotate in borsa. Chi si infila in questo gioco di acquisto rivendita deve aggiornarsi, scattare foto ,pubblicare aprire una sorta di online store personale. Il problema del resell in Italia è dovuto soprattutto alla cultura, i siti piu in voga, per citarne alcuni sono quali Vestiaire collective, Depop, Rebelle reinvestendo i possinbili guadagni in nuovi acquisti on line .
Le domande sono molte. Oltre alla dipendenza shopping e l’alleanza , con i corrieri c’è da pensare al ritiro sociale alla mancanza di socialità e ed evitamento del soggetto che scatta foto, cerca oggetti di lusso e non , apre e chiude armadi con capi mai usati, e non si reca più di persona a vedere una vetrina , toccare una stoffa o un oggetto per la casa in un negozio perdendo quella che è la fantasia . Si osserva questa tendenza anche nei più giovani che mostrano segni di disordine negli acquisti. Attualmente, il disturbo da shopping compulsivo non è classificato come una malattia a sé stante, ma fa parte di una categoria denominata “altro specifico disturbo del controllo degli impulsi”. Sembrerebbe, dai dati, che questo disturbo riguardi il 5% della popolazione e meriti un’attenzione più seria.
Il disturbo da shopping compulsivo, in particolare quello online, può provocare un ciclo di desiderio estremo per l’acquisto di cose e una grande soddisfazione quando si spendono soldi, ricordano gli psicoterapeuti. Questo porta alla perdita dell’autocontrollo, a estrema sofferenza e ad altri disturbi psichiatrici, oltre a difficoltà relazionali e problemi economici.