Dr.ssa Monica Ganni
Durante la crescita e lo sviluppo di un bambino l’alimentazione dovrebbe essere varia e completa così da garantire un corretto apporto di tutti i nutrienti necessari all’organismo. Affinché ciò sia possibile, è essenziale adottare un corretto comportamento alimentare in famiglia, dal momento che i bambini molto piccoli imparano anche per imitazione, seguendo le abitudini alimentari degli adulti. L’approccio educativo alimentare dei genitori dovrebbe favorire e stimolare nel bambino, fin da piccolo, la sua curiosità per i cibi, facendo in modo che li assaggi, senza insistere se si rifiuta dicendo che non li piacciono.
Far mangiare ai bambini la frutta e la verdura può essere difficile; può capitare che, nella stessa famiglia, un figlio le mangi e l’altro le rifiuti. Il principio di base è di mettere a disposizione sempre una grande varietà di frutta e di ortaggi, fornendo, i genitori, un modello alimentare positivo che ne preveda il consumo regolare: è impensabile far mangiare al bambino un cibo che mamma o babbo rifiuta!
Un eventuale rifiuto per determinati cibi deve essere gestito dalla famiglia in modo corretto, evitando di imporre il cibo rifiutato ma anche evitando di lasciar correre.
Il rifiuto di alcuni alimenti si accompagna spesso al rifiuto di assaggiare. Per stimolare i ragazzi a provare il sapore di un cibo è necessario stimolarne la curiosità attraverso i sensi.
La vista – Portare in tavola piatti molto colorati (attenzione al verde però, che i bambini non amano), proponendo un colore diverso per ogni cena (es: lunedì serata del rosso, martedì serata del giallo…) può essere un modo divertente per portare in tavola i diversi ortaggi.
L’olfatto – Far scoprire gli odori associati ai prodotti vegetali a crudo, utili in alcuni casi per stabilirne il grado di maturazione, e anche in corso di cottura e nella fase di degustazione.
Il tatto – Insegnare a conoscere gli alimenti tramite la percezione tattile delle mucose oraliper distinguerne le diverse consistenze.
Il gusto- Farli esplorare e prendere consapevolezza dei sapori, il dolce, l’amaro, il salato, l’acido, abituandoli anche a gusti diversi.
Il primo suggerimento a un genitore che vuole mettere in atto un approccio educativo alimentare multisensoriale è di portare il bambino con sé a fare la spesa, per farlo sentire protagonista, facendosi aiutare nella scelta degli alimenti da acquistare. Rendere partecipe il bambino nel momento della spesa lo farà sentire padrone delle proprie scelte. Potrà imparare a conoscere alimenti nuovi e ne potrà scegliere lui stesso alcuni da sperimentare, incuriosito dai colori e dagli odori.
L’esperienza dovrebbe continuare una volta tornati a casa dove il bambino deve poter prendere confidenza con ciò che ha scelto al supermercato e per questo è importante l’utilizzo dei sensi. Dalla vista si arriva al tatto e all’olfatto, in un percorso di “amicizia” con il “nuovo”, iniziando a lavare, sbucciare, tagliare e creare! La cucina è un luogo per imparare cose nuove stando vicino alla mamma o al papà e il bambino sarà più invogliato ad assaggiare le proprie “creazioni”. Piatti colorati e divertenti attireranno maggiormente l’attenzione del piccolo.
Dopo aver preparato insieme il piatto è l’ora di stimolare la percezione del gusto e della consistenza dei cibi a tavola. Per il bambino, provare a mangiare qualcosa che ha visto nascere e che ha conosciuto pian piano in tutte le fasi di preparazione può esser più semplice, può rassicurarlo, e fargli vincere la resistenza ad assaggiare nuovi cibi. Se ciò non accade è importante ricordare di non forzare il piccolo nell’assaggio, piuttosto riproporre nel tempo e più volte il cibo non amato, in modalità diverse. In conclusione,l’atteggiamento giusto se vostro figlio rifiuta di mangiare certi cibi è non sottovalutare il problema , e per i casi più seri, rivolgersi a centri specializzati in grado di seguire la famiglia con un approccio multidisciplinare fornendo percorsi di familiarizzazione con il cibo.