a cura della Dott.ssa Lavinia Rossi
ll corteggiamento 2.0 inizia dalla compilazione del profilo. E’ fondamentale una frase ad effetto : foto con occhi e viso scoperti, breve presentazione accattivante, “nondilunghiamoci troppoperfavore” altrimenti si rischia di diventare noiosi.
La biografia 2.0 non ha redattori o correttori di bozze e ci si può esprimere “ sono single, serio,impegnato quanto basta, amante delle mostre e della fotografia… orientamento sessuale …” .
La diffusione dei siti per incontri è scoppiata e diversificata per ogni tipologia di utente in rete. A pochi giorni dalla Giornata Mondiale per Hiv istituita dal 1988, i il rischio di contrarre l’Aids è ancora alto e ci sarebbe un legame con la rete che offre : siti per incontri, le chat online per ogni tipologia di utente ed età : eterosessuali, gay, lesbiche , coppie adulte, single , teenager.
E’ sempre più frequente l’uso di app e siti di incontri per cercare nuovi partner.
Da un intervista pilota del Telefono verde dell’Istituto Superiore di Sanità su 131 intervistati ( tra i 27 e 40 anni – fascia più a rischio) il 57,5% ha dichiarato di utilizzare Internet per gli incontri sessuali; il 24,4% ha dichiarato di contratto un’ infezione a trasmissione sessuale, mentre il 68,5% ritiene di essere “per niente o poco a rischio per infezioni sessualmente trasmesse”. L’88% del campione dichiara inoltre di aver fatto almeno una volta nella vita il test Hiv. Il risultato sulla carta è che facciamo un test durante la vita e ci sentiamo a posto per sempre, riducendosi quindi la percezione del rischio legato alle infezioni sessualmente trasmesse e l’HIV.
Altro dato rilevante è la fascia di età con diagnosi di HIV . I nuovi casi, mostrano, un aumento relativo tra i giovani con meno di 25 anni a causa della perdita di memoria generazionale.
Si sgretolano altri luoghi comuni, seppur molti degli immigrati che transitano sul suolo italiano provengano da paesi in cui l’infezione è endemica, in una indagine condotta nel 2014 si è evidenziava che circa un terzo dei migranti africani con Hiv avevano contratto il virus dopo il loro arrivo in Europa.
L’ambizione dell’Unaids, il programma delle Nazioni Unite per l’Aids/Hiv, è di far raggiungere a ogni Paese il target 90/90/90 entro il 2020 ovvero: diagnosticare il 90 per cento delle infezioni di Hiv; di queste, metterne in trattamento il 90 per cento; ed abbattere la carica virale al 90 per cento. Se davvero si raggiungesse l’obiettivo, l’Aids potrebbe considerarsi debellata entro il 2030. Per poter rendere praticabili questi goal in Italia il “Piano nazionale di interventi contro Hiv e Aids (Pnaids)” in linea con Un Aids propone vari interventi : in primis bisogna tornare a fare il test per Hiv.
Sebbene la trasmissione sessuale sia la modalità di contagio più diffusa, è indiscusso il ruolo delle sostanze d’abuso. C’ è il ritorno all’uso di eroina e il poliabuso di sostanze emergente nelle fasce di più giovane età. L’ Uso di sostanze, la promiscuità unita all’ assenza di una educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, favoriscono l’ignoranza rispetto alla possibilità contrarre Hiv ed altre malattie veneree ( in aumento la lue) tra i teen ager. Sono i ragazzi i principali obiettivi delle nuove campagne di prevenzione abilissimi invece a scaricare app dating, che avrebbero moltiplicato le opportunità di consumare rapporti sessuali occasionali. Non esiste un’età di maggior disattenzione , ma va sottolineato e ricordato sempre di usare precauzioni al fine di ridurre la possibilità di contagio nell’era del sex dating.
Va fatto il test perchè l’AIDS non è confinato al mondo dei trans, gay, prostitute e tossicodipendenti ed inoltre 7 persone su 10 scoprono di aver contratto il virus dopo anni.
Si può favorire l’ esecuzione del test per HIV sfruttando giornate per la prevenzione presso associazioni, contesti a bassa soglia, luoghi di aggregazione favorendo quindi la diagnosi precoce, la riduzione del sommerso e la trasmissibilità dell’infezione. Viene suggerito inoltre di promuovere prenotazioni via web, App al fine di collegare con facilità l’utente ai servizi esistenti. Utile è anche garantire la possibilità dell’accesso al Test ai minori, senza il necessario consenso dei genitori.
Esistono in commercio dal 2016 test fai da te: basta un po’ di saliva o una goccia di sangue.
Il test può essere condotto in un ambiente privato, con risultati visibili in 20 minuti. Chi risulta positivo dovrà poi sottoporsi a successivo test di conferma in un centro sanitario. La diffusione della “ cultura “ del test e l’impiego di kit “fai da te”, rappresentano un tramite per consentire una maggior sensibilizzazione e aumentare l’attenzione verso rapporti sessuali più sicuri e protetti.
La prevenzione all’Aids è per gli operatori , medici e sanitari una battaglia giornaliera che necessita sforzi e continuità per 365 giorni all’anno, non solo il 1 Dicembre.
Sebbene sembri scontato è sempre utile ricordare che i rapporti occasionali nell’era delle app, siti di incontri e social network devono essere sempre protetti indipendentemente dall’orientamento sessuale e che ancora oggi le donne risultano più colpite dall’infezione da Hiv per fattori biologici, sociali e culturali.