Dr.ssa Ganni Monica
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2018
La vita sulla Terra dipende interamente dall’acqua nel senso che è in assoluto la risorsa naturale più importante per il mantenimento e lo sviluppo di ogni specie vivente. Le stime ci dicono che il 70% della superficie terrestre è coperta di acqua ma il 97% di questa, mari e oceani, è salata. Del restante 3% soltanto una quota inferiore all’1% è utilizzabile per le attività umane, mentre l’altra si trova sotto forma di grandi ghiacciai.
L’acqua non si può distruggere: evaporando dagli oceani, ricade sulla Terra sotto forma di pioggia e torna ai mari per mezzo dei fiumi. La Giornata Mondiale è dedicata alle soluzioni naturali per recuperarla perché è comunque una risorsa limitata. Come dimostrano le stime solo una piccola parte è fruibile dall’uomo e anche con grande disparità! Attualmente il 29% degli uomini non ha a disposizione acqua sicura da bere. Per esempio in Brasile, che rappresenta il paese con le maggiori riserve idriche del pianeta ( Italia è al 45° posto), oltre 48 milioni di persone negli ultimi 3 anni hanno vissuto in situazione di estrema siccità con campi agricoli aridi, rubinetti a secco.
Gli esperti ci spiegano perché questo può accadere. La scarsità d’acqua può essere fisica o economica. La scarsità fisica è la mancanza o l’indisponibilità di acqua, perché è assente, lontana, inquinata o esaurita. Più del 75% delle acque fluviali e sotterranee sono prelevate per usi agricoli, industriali o domestici e lo sfruttamento delle risorse ha già oltrepassato il limite di sostenibilità. Come nel caso del lago d’Aral, fra Uzbekistan e Kazakistan: era il quarto più grande al mondo, ma oggi è quasi sparito perché l’acqua dei suoi fiumi immissari è stata prelevata per irrigare i campi di cotone. Altra causa fisica della scarsità d’acqua è l’inquinamento proveniente dall’agricoltura, dai grandi agglomerati urbani, dall’industria: in Europa il 40% delle acque superficiali sono fuorilegge.
Un ulteriore nemico dell’acqua è il cambio climatico che sta modificando la durata, l’intensità e la localizzazione dei fenomeni atmosferici. Il riscaldamento globale provocherà, oltre allo scioglimento dei ghiacci, fenomeni estremi con ondate di calore e alluvioni, l’aumento della portata dei fiumi e della disponibilità d’acqua nell’emisfero settentrionale. Ma tale disponibilità subirà, invece, una riduzione significativa nelle aree tropicali e semi aride.
L’espressione “scarsità idrica economica” viene utilizzata per quelle aree geografiche in cui c’è disponibilità di risorse idriche e tuttavia la maggioranza della popolazione non dispone di acqua a sufficienza perché l’accesso e il suo utilizzo vengono ostacolati da barriere istituzionali e/o economiche.
Nel 2010 l’Onu ha riconosciuto l’acqua come “diritto umano essenziale per il godimento di tutti gli altri diritti”, ma le norme sull’uso delle acque condivise fra più nazioni sono inadeguate e questo può lasciare spazio ad abusi. La Turchia, ad esempio, costruirà 22 dighe che ridurranno il deflusso dei fiumi Tigri ed Eufrate in Siria e in Iraq. Dispute simili sono in corso in Africa, fra Usa e Messico, India e Bangladesh.
Secondo le stime dell’ONU, della FAO e dell’OMS un miliardo e 400 milioni di persone sul pianeta non hanno accesso all’acqua potabile. Basti pensare che negli ultimi cinquant’anni la disponibilità d’acqua è diminuita di ben tre quarti in Africa e due terzi in Asia. D’altra parte è stato rilevato che in media ogni abitante del pianeta consumi oggi il doppio di acqua rispetto all’inizio del ‘900 e il consumo mondiale di acqua sia praticamente decuplicato nell’arco di un secolo.
La gestione di questa risorsa preziosa, con un’importanza così globale, riguarda la sfera politica, sia a livello dei governi che a livello locale con interventi dei comuni e delle società/ enti/ consorzi che gestiscono le risorse idriche (come per esempio, la società bolognese Hera, la quale grazie alle foto del satellite capace di rilevare le tracce di cloro nel terreno, ha individuato perdite recuperando oltre 1 miliardo di litri di acqua). Ma riguarda anche i comportamenti e le scelte che gli individui possono adottare.
E’ possibile stimare la quantità d’acqua consumata da un singolo, da una collettività, da un’impresa attraverso l’impronta idrica, definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre i beni e i servizi consumati da quell’individuo, comunità o azienda.
Alcuni anni fa la Fondazione Barilla Center Food & Nutrition promosse un’indagine che portò a costruire un‘originale “piramide idrica”, sulla falsa riga della più famosa “piramide alimentare”: in pratica la stima dell’acqua consumata per portare alimenti e bevande sulle nostre tavole.
Da notare: i cibi che vanno consumati con più moderazione per motivi di salute sono anche quelli a maggior impatto ambientale e idrico. La ricerca ha infatti assegnato l’etichetta di cibi “water friendly” a frutta, verdura e cereali. Dimmi come mangi e ti dirò quanta acqua consumi!
Ma l’acqua è fonte di vita non solo perché è una risorsa preziosa.
E’ un nutriente essenziale. Soddisfare il fabbisogno idrico dell’organismo è una necessità quotidiana irrinunciabile.
E’ infatti, il liquido che riempie sia gli spazi intracellulari che extracellulari dell’organismo e per le sue peculiari proprietà chimico-fisiche presiede a un enorme numero di processi chimico-fisici, enzimatici e metabolici, indispensabili alla nostra sopravvivenza, fra cui la regolazione della temperatura corporea e l’assorbimento degli altri nutrienti.
E’ il componente principale del sangue, regolandone il volume e la fluidità. Presiede al trasporto delle sostanze nutrienti e dei materiali di cui si approvvigionano le cellule dell’ organismo e, nello stesso tempo, all’asporto delle varie sostanze di rifiuto che le cellule necessitano di espellere per rimanere in condizioni di salute.
Il corpo di un bambino è costituito per l’80% da acqua, mentre quello di un adulto per il 70%. Questo significa che se una persona ha una massa complessiva di 60 kg, ben 40 sono di acqua. Siamo costituiti per i due terzi da questo liquido e nel nostro corpo si verifica una continua perdita di acqua che richiede un altrettanto continuo rifornimento. Quando l’acqua introdotta e formatasi nell’organismo equivale a quella eliminata (urine, sudore, respirazione e traspirazione) si dice che l’individuo è in equilibrio idrico.
Consapevoli dell’importanza che riveste l’acqua come risorsa del nostro pianeta e come nutriente del nostro corpo, quanto può essere importante assumere un comportamento e seguire uno stile di vita
che tenda a limitare gli sprechi idrici e a bere una quantità di acqua adeguata ?
Per approfondimenti e domande vi rimandiamo al prossimo evento organizzato
dal Centro Pandora nell’ottobre 2018 sul tema “ Acqua: fonte di vita”
Riferimenti sitografici