a cura della Dott.ssa Chiara Lignola
Gli effetti dell’emergenza COVID-19 e delle restrizioni della quarantena sulle nostre vite stanno colpendo tutti noi. Sono ridotti i nostri contatti sociali e il nostro margine di azione. Quel che era il nostro modo di vivere è cambiato radicalmente nel quotidiano, in quelle azioni automatiche che da sempre conosciamo. Salutarsi, stare vicini, spostarsi, incontrarsi, condividere luoghi di lavoro, ricreativi, pubblici, di culto. Molti dei nostri progetti a breve e a lungo termine sono stati sospesi e compromessi. Feste private, compleanni, matrimoni, separazioni, viaggi, trasferimenti, lauree, traslochi, festività religiose. Qualcuno è rimasto bloccato all’estero o in una regione di non appartenenza. Le nascite non possono essere vissute come prima, con il sostegno e la condivisione dei propri cari, ma neanche le perdite, non potendo celebrare i funerali e salutare per l’ultima volta i nostri cari. Insieme a un’infinità di altre cose che vanno riformulate e riadattate a quella che è la nostra situazione attuale.
Tutto questo può produrre ansia, paura, tristezza, frustrazione, rabbia, noia. Non c’è niente di sbagliato nel sentirsi preoccupati, spaventati,frustrati, tristi, arrabbiati o annoiati in questo periodo.Criticarci per questonon ci aiuterà a stare meglio ma aumenterà l’intensità di queste emozioni. Così come criticare chi ci sta accantoper le emozioni che sta provando non aiuta né lui né noi, alimentando i conflitti che nello spazio di casa o di una telefonata hanno minori risorse di risoluzione.
Tristezza
Il nostro umore può essere basso. La tristezza è l’emozione che ci ricorda che abbiamo perso qualcosa di importante per noi. Probabilmente in questa condizione sono evidenti le cose importanti per noi. Le mancanze. Ci mancano le nostre persone e i nostri luoghi, ci manchiamo noi, nelle dimensioni e nelle modalità con le quali eravamo abituati a conoscerci.
Ansia e paura.
L’ansia l’emozione che ci dice che qualcosa di importante per noi è stato minacciato
Molti di noi, la maggior parte di noi, ha paura del contagio per sé stessi e per i propri cari. Potremmo aver paura di non poter ricevere il sostegno adeguato. Potremmo sentirci soli, molto più di prima. Tutto questo è normale nella straordinarietà di quel che stiamo vivendo. Lontano dai contatti abituali con le persone della nostra vita. Impossibilitati a spostarci geograficamente. La maggior parte di noi sta provando ansia e paura. Qualcuno di noi è maggiormente predisposto a questo e sta sperimentando elevati livelli di attivazione fisiologica. Qualcuno ci fa caso per la prima volta. Così l’ansia si fa sentire nel nostro corpo. *Come si può manifestare? Con un aumento del battito cardiaco, dolore al petto, pressione al petto, palpitazioni, respiro accelerato, respiro affannoso, sensazione di soffocamento, sudorazione, vampate di calore, tensione muscolare, rigidità, tremori o scosse , brividi, vertigini, sensazioni di svenimento, stordimento, debolezza, fastidio allo stomaco, nausea, diarrea, bocca secca, addormentamento nelle braccia e nelle gambe, formicolio nelle braccia e nelle gambe, offuscamento della vista.
Il futuro
Potremmo essere molto preoccupati per il nostro futuro. Sentirci più disagiati degli altri. Più sfortunati. Come farò? Come faremo? Quando potremo tornare alle nostre vite? Come rimedieremo economicamente a quel che sta succedendo? Sono domande che prendono spazio e ci tormentano facendoci entrare in vicoli bui senza via d’uscita dove gli scenari catastrofici prendono spaventosamente forma
Noia
Provare noia è possibile. A volte ci critichiamo perché proviamo noia soprattutto in un momento come questo, di estrema emergenza oppure critichiamo chi ha difficoltà a gestire il proprio nuovo tempo e si mostra insofferente. Ci siamo lamentati della fatica della nostra routine frenetica che ci toglieva spazio alle cose che avremmo voluto fare (anche solamente stare a casa a riposare sul divano) e ora invece siamo spaesati e annoiati. Alcune persone soffrono maggiormente la noia, soprattutto se sono abituate a gestire il proprio tempo con stimoli esterni e attività programmate. Ora, spogliate del modo di vivere che conoscevano possono sentirsi spente e vuote. E così potremmo ricorrere ad abbuffate, abuso alcol, serie tv una dietro l’altra, ci sovraesponiamo alla visione di contenuti sui social per distaccarci e anestetizzarci.
Rabbia
Potremmo essere arrabbiati nel vedere chi non rispetta le regole di restrizione. Trovare ingiusto il proprio sacrificio e quello dei propri cari rispetto alla apparente noncuranza degli altri, di chi porta fuori il cane, passeggia con i figli nell’isolato o fa una corsetta. Magari pensiamo che anche a noi andrebbe far questo e quest’altro ma non lo facciamo! La rabbia verso la classe politica e le autorità e la loro modalità di gestione dell’emergenza, la rabbia per chi ha la possibilità di stare a contatto con i propri cari, chi sta vicino al mare o ha a disposizione uno spazio verde e chi più ne ha più ne metta. Rabbia perché troviamo ingiusto che non tutti si stiano sacrificando quanto noi per la comunità. Rabbia per chi si lamenta ma ci sembra più avvantaggiato di noi. Rabbia per il flash mob del vicino che ci disturba o che troviamo irrispettoso della situazione. Per il capo che ci fa prendere le ferie forzate. Per lo smart working che non è conciliabile con la vita familiare. Per i prezzi delle consegne, per gli affitti che dobbiamo continuare a pagare. Per chi condivide post che non approviamo, troppo ironici, troppo allarmistici, bufale,ecc ecc.
C’è chi sta bene
Altri invece sembrano stare bene. In una sorta di evitamento autorizzato dallo Stato, non sono chiamati ad affrontare tutte quelle sfide sociali quotidiane che sono soliti vivere con apprensione (confrontarsi con i colleghi, con gli amici, frequentare luoghi pubblici e affollati). Non critichiamoci per questo. Non critichiamo chi sembra aver trovato una dimensione rassicurante. Dietro a ciò c’è una modalità di gestione delle proprie paure e un tentativo di adattarsi alla situazione.
Le relazioni
E le relazioni? Le relazioni sono messe a dura prova. La distanza di chi amiamo e non possiamo vedere. Relazioni appena iniziate, interrotte logisticamente. Relazioni interrotte e conflittuali costrette a convivere. La convivenza è forzata in tempi e spazi nei quali non siamo abituati, con familiari, coinquilini e anche con i nostri vicini.
Quindi partiamo dal fatto che
Che tu ti trovi bene o male in questa situazione,per quanto ad oggi non ne conosciamo la durata, potrebbe non rimanere immutata per sempre.Proviamo a comprendere perché ci è così comoda o perché ci è scomoda.
Sfruttiamo questo tempo.Un tempo nuovo.
Normale essere preoccupati per il futuro ma passare il nostro tempo a ruminare mentalmente su cosa accadrànon ci garantirà di risolvere i problemi che non sappiamo ancora in che forma si presenteranno. Potrebbe aumentare la nostra ansia, in un’escalation di intensità del tutto controproducente per il nostro benessere.
Non possiamo controllare direttamente quel che fanno gli altri. Così come non possiamo leggere nella loro mente. Passare il tempo a controllare il comportamento altrui, dalla finestra se qualcuno infrange o no le regole, condividere post e notizie a riguardo, non è detto che porti gli altri a rivedere le proprie idee e comportamenti, ma con molta probabilità potrebbe generare in noi e negli altri frustrazione e rabbia, alimentando un clima di intolleranza reciproca.
Inoltre non conosciamo le motivazioni degli altri. Qualcuno potrebbe avere delle necessità o delle difficoltà che noi non consociamo. Non tutti sono furbi. Non tutti vogliono danneggiare gli altri e infrangere le regole per il semplice gusto di farlo. Alleniamoci piuttosto a trovare delle motivazioni diverse di lettura del comportamento altrui (c’è chi vive situazioni conflittuali a casa, chi è depresso e ha necessità di muoversi, chi ha problemi motori, chi ha un cane non abituato a stare in casa, chi ha figli iperattivi, alle categorie più fragili che hanno difficoltà a cambiare la propria routine, a chi vediamo in giro perché semplicemente sta andando a lavoro o ha necessità di spostarsi per ciò che non sappiamo ma è consentito dalla legge).
Fare o meno attività consentite è una scelta.
Cosa possiamo fare ?
- Seguire le indicazioni che ci sono state date che, anche se limitano la nostra libertà, ci proteggono, proteggono noi stessi, i nostri cari e tutti gli altri. Scegliere di farlo fa la differenza. Scegliere fa sentire liberi.
- Non solo! Rispettando le norme di sicurezza che ci sono state indicate, diamo l’esempio, il buon esempio. Anche i comportamenti positivi sono contagiosi. Qualcuno risponderà in modo positivo. Un contagio di emozioni e comportamenti positivi è sicuramente più vantaggioso per la comunità.
- Ritagliamoci dei piccoli spazi per noi stessi all’interno della gestione familiare. Mettiamoci d’accordo con chi abbiamo accanto.
- Cerchiamo invece di entrare in contatto con gli altri se invece siamo soli. La tecnologia ci può venire incontro
- Focalizziamoci su quel che abbiamo e non su quello che ci manca. Come degli inventori, dei MacGyver che devono costruire qualcosa di nuovo con il materiale a disposizione. “Non posso far questo ma potrei fare quest’altro con…”
- Questa è l’occasione per selezionare e scegliere quello che invece può essere maggiormente in linea con i nostri valori. Anche progettare quello che al momento non possiamo fare perché rientra nelle restrizioni imposte. Capire cosa è veramente importante per noi. “Quando finirà la quarantena vorrei…”
- Tutti sembrano fare tante belle attività, leggono, mangiano sano, riposano, fanno attività fisica, puliscono, rivoluzionano la casa, fanno lavoretti fatti a casa, cucinano ecc. Ma non per tutti può essere facile. L’importante è creare una routine ma se un giorno non riusciamo a fare nulla va bene così. Non è una gara a chi è più produttivo. Diamoci degli obiettivi ragionevoli, misurabili e che vadano bene per noi. Scegliamo obiettivi realistici che non portino a frustrazione ulteriore. Darsi piccoli obiettivi raggiungibili “oggi voglio pulire tutta casa” piuttosto “oggi pulirò il bagno” che possono essere anche “oggi non voglio pulire niente”.
- Preoccuparci del futuro non ci renderà meno abili di fronteggiarlo.È un’illusione. Quel che possiamo fare è osservare quello che stiamo facendo adesso. Questa quarantena, se pur difficile, avrà fatto riscoprire anche quello di cui abbiamo veramente bisogno, cosa abbiamo imparato?
- La routine può essere utile per regolare i nostri ritmi sonno veglia, svegliarsi presto, evitare di fare tardi sul cellulare e alla tv, mangiare ad orari regolari con pasti regolari per evitare digiuni ed abbuffate e per scacciare l’insonnia. Non è il caso di mettersi a dieta se per noi è difficile farlo, non è il caso di risolvere tutto con il cibo e con l’alcol. Cerchiamo una misura adatta a noi
- In questo momento abbiamo bisogno di messaggi positivi e di contagiarci con la positività e il rispetto. La quarantena è difficile per tutti. Passarla arrabbiati e allertati verso il prossimo la renderà meno facile. Le nostre energie verranno impegnate da qualcosa di estremamente stancante e poco produttivo per il nostro benessere anche se ci sembra di difendere un principio importante e alimenteranno i noi e negli altri altro odio e intolleranza.
- Lo stesso vale per la condivisione di informazioni non verificate e allarmistiche. Prima di inoltrare e condividere verifichiamo le fonti e se possibile selezioniamo quel che ci può essere utile e cosa alimenta di più la nostra ansia. Siamo già abbastanza preoccupati!
- Possiamo entrare in contatto con l’altro, che sia il vicino che passeggia salutandolo con un sorriso o una videochiamata a chi non avremmo chiamato nella nostra quotidianità perché non c’è mai stato tempo.
- La nostra società sta cambiando le sue abitudini. Forse non sarà in parte quella di prima dopo questo periodo, forse il nostro modo di vivere soprattutto la socialità nel breve termine sarà modificato. Vogliamo per lo meno tentare di essere una versione migliore di noi? Una società solidale, cooperativa , dove potersi fidare del prossimo?
Siate gentili verso voi stessi e gli altri. Questo virus è molto contagioso ma anche la gentilezza lo è.