a cura della Dott.ssa Chiara Del Nero

Immagina che un virus costringa tutti gli abitanti della Terra a rinchiudersi nelle loro case per lunghe settimane. Tutto ciò che fino a un giorno prima era normale, immagina venga interrotto. Stop ai contatti fisici: alle strette di mano, agli abbracci; stop alle uscite non indispensabili dal luogo di residenza; stop a scuola e a gran parte delle attività lavorative; stop allo sport, alle attività culturali e ricreative. Ad un passo dall’arrivo della primavera con tutto quello che essa rappresenta (concretamente e simbolicamente), Stop.  

In questo scenario da film con Will Smith, immagina due compagni di classe che ogni giorno si videochiamano per aggiornarsi sull’andamento della quarantena in famiglia.

Luigi questa situazione non riesce proprio ad accettarla. Passa dalla rabbia alla noia dalla tristezza all’euforia; dalla preoccupazione all’ansia senza concludere granché.  All’amica Sonia, racconta:

“Ehi, come stai? Io sto facendo il conto alla rovescia. I giorni sono tutti uguali in un tempo che non passa mai…Appena usciremo dagli arresti domiciliari, torneremo a chiacchierare sugli scalini del pub; torneremo a passarci i compiti senza farci sgamare dai prof, a suonare col gruppo e a casa non mi rivedranno per un bel po’. Non ne posso più: dormo, guardo le serie, mangio che presto inizierò a rotolare.”

Sonia un po’ si dispiace di come l’ha presa l’amico che avverte inquieto e infelice. Neanche lei avrebbe desiderato questa situazione:

“Luigi, io mi sono ingegnata con quel che ho. Al mattino faccio come se dovessi uscire anche se tirarsi su dal letto è complicato: mi vesto e faccio qualcosa che decido la sera prima di andare a dormire. Sto leggendo libri accumulati da anni e riordino tutto quello che ho accumulato. E non ci crederai: sto scoprendo che il mostro di mio fratello non è così male! Questa convivenza forzata mi sta mettendo di fronte ad aspetti di lui che prima non avevo messo a fuoco. Non diventerà il mio migliore amico ma in fin dei conti non è un mostro. E le tue sorelle, invece? Restano le streghe che mi hai descritto? Ti va di uscire? Porta fuori il cane invece di farlo fare alla povera donna di tua madre! Questo potresti fare invece di poltrire tutto il giorno. Inizia a guardarti intorno. Ricomincia da quel che hai senza star sempre a lamentarti per quel che ti manca!

Entrambi i ragazzi arriveranno alla fine del lungo periodo di costrizione forzata ma solo uno dei due avrà fatto di un ostacolo, un’esperienza di crescita personale.

E tu?

Da quale prospettiva affronti questa esperienza inaspettata?

Libro di lettura consigliato:

LA TRAPPOLA DELLA FELICITA’. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere, di Russ Harris. 2010. Erickson Ed.