a cura della Dott.ssa Sara Di Biase
Sport: una sola parola e, probabilmente, avremo di fronte una sola immagine: un atleta che nuota o pedala o corre ecc…
Immediatamente pensiamo all’allenamento fisico (ripetute lunghe o brevi, sprint, che sviluppano e potenziano al massimo le capacità fisiche e muscolari), alla preparazione tecnica (che coltiva, affina e migliora le abilità tecniche), alla pianificazione della “strategia di gara” da attuare durante una competizione.
L’allenamento consente al professionista di migliorare il suo adattamento alle specifiche condizioni richieste per la pratica della propria disciplina sportiva. Ogni azione, però, è legata agli aspetti mentali, agli istinti, alle sensazioni fisiche, alle emozioni, alle credenze che una persona ha; lo sport è prima di tutto e, soprattutto MENTE. Quante volte si sentono dire frasi: “Non capisco cosa mi sia successo, ero fisicamente al top, ma non c’ero con la testa..!!” oppure “in allenamento viaggio come un treno ma in gara mi spengo..!!” e ancora “ quando sono davanti alla partenza mi blocco!!” ecc.. Dunque, oltre all’allenamento fisico, alla preparazione tecnica e alla pianificazione tattica, per un atleta potrebbe essere fondamentale e necessario, allenare anche la mente, visto che, il più delle volte, questa pare faccia proprio la vera differenza.
Ma, è possibile allenare la mente?; la risposta è si. Il mental training o allenamento mentale mira ad addestrare l’atleta a percepire i cambiamenti del proprio organismo durante l’attività fisica e ad usarli a proprio vantaggio, mediante tecniche sia di rilassamento per combattere l’ansia o la paura della gara (ad esempio il Training Autogeno), sia di concentrazione allo scopo di migliorare la performance (ad esempio il Biofeedback). Gli obiettivi sono: imparare a gestire e a controllare la sensazione di fatica durante l’esercizio fisico e le emozioni, in particolare l’ansia prima e durante la gara, aumentare la capacità di attenzione e di concentrazione durante la competizione, ottimizzare la prestazione atletica e aumentare l’autostima.
Dalla letteratura emerge che queste tecniche sono efficaci soprattutto nel breve termine mentre non risultano dati che indichino il mantenimento della loro efficacia nel lungo periodo. Inoltre sembra che lo scopo di queste metodiche sia quello di mirare al controllo e alla gestione degli stati emotivi. Partendo dal presupposto che i normali sentimenti che tutti noi ripetutamente sperimentiamo nel corso della vita sono per la maggior parte dolorosi (paura, tristezza, colpa..), ogni persona non può, dunque, che provare, il più delle volte, sensazioni sgradevoli e non può avere né controllo né previsione né potere decisionale su questo. La naturale reazione che ogni persona ha di fronte alla sofferenza è tentare in tutti modi possibili o di controllarla o di eliminarla o di controllarla al fine di eliminarla però, con il deludente risultato che, spesso, il dolore non solo rimane, ma diventa sempre più intenso ed intereferente. Detto ciò, con l’intento di migliorare la qualità, la costanza e l’efficienza di allenamento e della performance nel breve e, soprattutto, nel lungo periodo, noi proponiamo un training mentale (12 sedute a cadenza settimanale di un’ora ciascuna) che non mira a ridurre, evitare, eliminare e/o a controllare i pensieri e i sentimenti dolorosi, bensì ad accettarli.
Accettare significa “fare spazio” al disagio che la vita offre a tutti noi; non vuol dire che questo ci debba piacere e che lo dobbiamo volere, ma significa imparare ad impegnarsi in azioni che migliorano la propria vita mentre si sviluppano specifiche abilità psicologiche, che insegnano a trattare efficacemente la sofferenza riducendo l’impatto e l’influenza di questa sul comportamento. Come detto sopra l’essere umano non ha controllo ne tantomeno potere decisionale sulle storie (i pensieri) che la mente gli vuole raccontare, ma può gestire le azioni che sceglie di fare; dunque, a prescindere da come ci sentiamo e da cosa proviamo possiamo, se vogliamo, muovere braccia e gambe verso la direzione scelta e, il vero viaggio, quello di un migliaio di miglia inizia; il trucco è fare il primo passo.