A cura della dott.ssa Martina Perini

The Shape of Water – La Forma dell’Acqua è un film del 2017, diretto da Guillermo del Toro che ha vinto il Leone d’oro come miglior film alla 74° mostra Internazionale Cinematografica di Venezia e quattro premi Oscar.

Devo ammettere che dal trailer questa favola gotica stile fantasy a tratti horror non ha attratto particolarmente la mia attenzione, ma pian piano, superando l’iniziale scetticismo, mi sono appassionata e alla fine commossa.

Si tratta di un film ricco di riferimenti profondi, ma l’aspetto su cui desidero focalizzare la mia attenzione è sulla modalità con cui sono riusciti a comunicare l’eroina senza voce Elisa, addetta alle pulizie in un laboratorio segreto, e una creatura anfibia mostruosa che viene tenuta crudelmente in cattività in tempi di piena guerra fredda.

Su un piano che trascende la comunicazione verbale i due protagonisti si innamorano e divengono portatori di un sentimento d’amore puro e delicato che supera ogni barriera di diversità.

E tutto questo SENZA PAROLE.

A volte le parole si fanno ripetitive nelle coppie, le parole inizialmente avvicinano due cuori, ma sono altresì capaci di ferire e allontanare; certe patologie della comunicazione contribuiscono a consolidare relazioni disfunzionali che generano rabbia e sofferenza nelle persone.

Anche nella terapia di coppia è utile recuperare quell’aspetto magico che sta dietro le parole, sciogliendo i nodi di comunicazioni sterili e ripetitive; grazie al linguaggio analogico (non verbale) e utilizzando costruzioni metaforiche in terapia di coppia si possono esplorare territori a cui il pensiero razionale non ha accesso. Sembrerebbe impossibile attingere a questo piano più profondo, ma come afferma il mio insegnante G. Manfrida, “la psicoterapia è l’ultima attività magica, che alcuni di noi praticano usando se stessi e la parola per cambiare la realtà”.

Paul Watzlawick, celebre psicologo e filosofo di origini austriache, eminente esponente della Scuola di Palo Alto in USA, è l’autore di un libro che ha rivoluzionato la psicologia “Pragmatica della Comunicazione Umana”. In questo libro ha individuato 5 assiomi della comunicazione umana; il 4° assioma in particolare distingue:

  • comunicazione analogica (basata sull’analogia tra la comunicazione e l’oggetto a cui si riferisce; è la comunicazione non verbale che include posizione del corpo, gesti, espressioni facciali, sequenza e ritmo delle parole, tono voce, contesto comunicativo; è il linguaggio della relazione, delle emozioni, delle aspettative, dei vissuti).
  • comunicazione numerica o digitale (riguarda l’uso di parole ed è il linguaggio del contenuto).

Proprio attraverso la comunicazione non verbale nella coppia è possibile percepire le emozioni, l’eventuale livello di conflitto, a prescindere dalle parole dette.

Anche i silenzi hanno un gran significato: comunicano stati d’animo, emozioni, pensieri. Infatti “è impossibile non comunicare” (1° assioma di Watzlawick).

Quando Elisa porge le uova coraggiosamente e delicatamente alla creatura anfibia, andando oltre il suo aspetto intimidatorio, crea un ponte, con un gesto, per comunicare una attenzione affettuosa che viene recepita e da lì si instaura una danza di gesti, sguardi che uniranno profondamente questi due esseri.

C’è molto da imparare da tutto questo; forse, per fare un passo avanti verso l’altro, occorre fermarsi e abbandonare tutte le sovrastrutture cognitive, mentali e razionali lasciando spazio alla spontaneità delle emozioni.

BIBLIOGRAFIA

Manfrida G.M., La narrazione psicoterapeutica. Invenzione, persuasione e tecniche retoriche in terapia relazionale,FrancoAngeli, Milano. 1998.

Onnis L., Teatri di famiglia. La parola e la scena in terapia familiare, Bollati Boringhieri, Torino, 2017.

Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D., Pragmatics of Human Communication, W.W. Norton, New York, 1967; tr. it. Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, Astrolabio, Roma, 1971.