A cura della dr.ssa Ganni Monica
L’intestino possiede un sistema nervoso, noto come sistema nervoso enterico, composto da 50 milioni di cellule nervose. Per tale ragione l’intestino è considerato sede di un secondo cervello (cervello enterico) che partecipa attivamente allo stato di salute del nostro organismo.
Cervello enterico e cervello superiore sono implicati in una comunicazione bidirezionale complessa che avviene grazie a numerosi mediatori che circolano tra questi due organi e coinvolge connessioni anatomiche come il nervo vago. Uno degli attori protagonisti di questa comunicazione è il microbiota intestinale, termine con il quale viene definita la comunità microbica del tratto enterico (vedi articolo precedente “Tieni in forma il tuo intestino”).
Evidenze scientifiche suggeriscono che i cambiamenti del microbiota intestinale potrebbero portare a modifiche nella funzione del sistema nervoso centrale.
Alla luce di ciò, disbiosi (squilibrio microbico) intestinale, infiammazione gastrointestinale, alterazione dello stato di permeabilità intestinale possono contribuire all’insorgenza di neuro infiammazione tipica del paziente con disordini dell’umore.
Negli ultimi anni sono stati presentati dati che riconoscono effetti coadiuvanti nei disordini dell’umore di ceppi batterici come il Lactobacillus Rhamnosus e il Bifidobacterium Longum.
Diversi studi hanno dimostrato come alcune specie batteriche partecipino attivamente alla produzione di specifici neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina e l’acido gamma amino butirrico.
Pertanto, avere un microbiota intestinale in equilibrio, adeguatamente strutturato e con un’ampia biodiversità batterica, è importante non solo per la funzionalità del cervello enterico, ma per le implicazioni che quest’ultimo può avere sul cervello superiore.
La serotonina è un neurotrasmettitore prodotto in modo indipendente da cellule del nostro cervello e del nostro intestino: nel cervello è utile per la regolazione dell’umore e in periferia per una fisiologica funzione intestinale. Inoltre, la serotonina viene trasportata alle piastrine che la immagazzinano e al bisogno la usano per la regolazione dell’emostasi (l’insieme dei fenomeni che permettono di bloccare il sanguinamento).
I ricercatori hanno scoperto che l’ingresso della serotonina nei neuroni e nelle piastrine è condizionato dalla fluidità della loro membrana plasmatica, in altre parole dalla composizione di acidi grassi dei fosfolipidi della membrana plasmatica. Ecco un punto importante di collegamento con alimentazione: i fosfolipidi, infatti, possono contenere nella loro struttura acidi grassi saturi (presenti soprattutto nella carne e nei prodotti caseari), grassi insaturi (contenuti negli olii vegetali, semi oleosi e nel pesce) e grassi trans (tipici degli alimenti industriali). L’equilibrio tra queste tipologie di grassi, insieme alla presenza di colesterolo, garantisce una membrana sufficientemente dinamica e flessibile che facilita ed ottimizza il funzionamento cellulare e le interazioni con le molecole esterne.
L’alterazione della fluidità della membrana neuronale e piastrinica, quindi il condizionamento dell’ingresso di serotonina nella cellula, ha due effetti molto importanti per l’organismo:
- la mancanza di serotonina a livello cerebrale, con conseguenti disordini dell’umore
- l’eccesso di serotonina libera in circolo, che può creare problemi ossei (osteoporosi), cardiovascolari ( vasocostrizione), nonchè infiammazione intestinale.
Solo in questi ultimi anni gli scienziati hanno cominciato a investigare il rapporto fra alimentazione e salute cerebrale, e anche a individuare un possibile ruolo del microbiota intestinale in questo rapporto.
Un’alimentazione adeguata e un’integrazione probiotica mirata a correggere lo stato di disbiosi intestinale e il conseguente carico infiammatorio possono contribuire al benessere emotivo e mentale ed essere considerati un ausilio per migliorare la qualità di vita del paziente con alterazione del tono dell’umore.
Bibliografia
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