A cura della Dott.ssa Valeria Rossi

Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

fiocdedicata ai disturbi dell’alimentazione

 

“Questa sera hai mangiato a malapena due zucchine” disse ancora Fabio.

“Non avevo fame”, ribatté lei quasi automaticamente.

“Ieri lo stesso. La carne non l’hai neppure toccata. L’hai tagliata a pezzetti e poi l’hai nascosta nel tovagliolo. Mi credi davvero così idiota?”

Alice strinse le lenzuola. Come aveva potuto pensare che lui non se fosse mai accorto? Rivide le centinaia, migliaia di volte in cui la stessa scena si era ripetuta di fronte agli occhi di suo marito. Si sentì furiosa per tutto quello che lui doveva aver pensato, in silenzio.

“Immagino che tu sappia anche cosa ho mangiato la sera prima e quella prima ancora” disse.

“Spiegami che cos’è”, fece lui..

(Il dialogo tra Alice e Fabio è tratto dal romanzo  La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano).

Alice soffre di un disturbo alimentare.

I disturbi alimentari  (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati) sono uno dei più comuni problemi di salute che affliggono adolescenti e giovani donne dei Paesi Occidentali e colpiscono più del 5% delle adolescenti  e giovani adulte dei Paesi Occidentali nel corso della loro vita.  Creano gravi danni alla salute:  danni fisici, psicologici, sociali, in ambito scolastico e lavorativo.

Avere un disturbo alimentare non è una scelta personale, per scegliere bisogna essere liberi e le persone con un disturbo alimentare non lo sono. Le persone che non hanno un disturbo alimentare  sono libere di mangiare o non mangiare, di muoversi o stare ferme, di pensare a certe parti del corpo oppure di non pensarci. Le persone con un disturbo alimentare sono spaventate dal mangiare, dall’aumento di peso e sono costantemente focalizzate su certi pensieri che riguardano il peso, le forme del corpo ed il controllo dell’alimentazione.

Soffrire di un disturbo alimentare vuol dire:

  • valutare se stessi in modo quasi esclusivo in base al controllo che si riesce ad esercitare sul peso, sulla forma del corpo e sull’alimentazione;
  • mettere in atto comportamenti finalizzati al controllo del peso come la dieta ferrea, l’esercizio fisico eccessivo e compulsivo, il vomito auto-indotto, l’utilizzo improprio di lassativi e di diuretici, contare le calorie, continuare a leggere etichette nutrizionali, controllare il piatto degli altri, mangiare lentamente, spezzettare il cibo in piccoli pezzi (check dell’alimentazione), pesarsi ripetutamente, scrutare il proprio corpo, toccarsi continuamente, confrontarsi con gli altri ed evitare l’esposizione del corpo (check del corpo);
  • essere imprigionati in un circolo vizioso che si auto-mantiene: i comportamenti sopra descritti, vanno ad interagire con i pensieri, con le preoccupazioni sul peso e sulla forma del corpo dando luogo a circoli viziosi che  mantengono e perpetuano il disturbo.

 

Il trattamento cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione è cucito su misura sul singolo paziente e si focalizza sui meccanismi che mantengono i disturbi dell’alimentazione, con l’obiettivo di aiutare il paziente stesso a sviluppare una valutazione di sé meno dipendente dal peso e dalla forma del corpo.

Spesso rendersi conto di avere un problema alimentare non è facile. Se si sospetta di avere un disturbo dell’alimentazione è opportuno rivolgersi ad uno specialista per ricevere un’adeguata valutazione diagnostica ed, eventualmente,  il tipo di cura più appropriato.