A cura Della Dott.ssa Elisa Tenucci
In questo momento di emergenza sanitaria è importante non dimenticarci di chi è in prima linea e soprattutto di chi ci sta per scelta, sotto forma di volontariato. Oggi, nella giornata mondiale dedicata alla Croce Rossa, si celebra l’impegno e la dedizione che milioni di volontari hanno deciso di mettere al servizio della comunità.
Ed è proprio in mezzo a questo trambusto che è nata l’idea, anche per cercare di capire come ci si sente a stare da quella parte, di fare una breve intervista ad una stimata collega che svolge la sua attività di volontariato presso la Croce Rossa di Parma.
“Chi sei e qual’è il tuo ruolo nell’ambito di questa emergenza?”
Mi chiamo Francesca Agostinelli e sono un Psicologa Psicoterapeuta, libera professionista, che vive e lavora e Parma.
Attualmente sto svolgendo attvità di supporto ai pazienti Covid e al personale sanitario presso il padiglione Barbieri dell’Ospedale Maggiore di Parma e presto attività di volontario presso la Croce Rossa di Parma sia nel servizio ambulanza che nel Se.P (Servizio Psicosociale).
“Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla Croce Rossa come volontaria?”
A un certo punto ho avvertito la necessità di impiegare il mio tempo libero in maniera più costruttiva facendo qualcosa che fosse in linea con la mia professione sanitaria di aiuto e con i valori che mi contraddistinguono come persona e come professionista.
“In cosa consiste la tua attività in CRI?”
Presto servizio di primo soccorso a bordo delle ambulanze e con altri colleghi dell’equipe sviluppiamo iniziative e proposte che possano andare a rispondere alle esigenze psicosociali della popolazione generale e dei volontari.
“Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate in questo delicato momento?”
Le maggiori difficoltà attualmente sono date dalle modifiche ai protocolli in uso di norma nei vari servizi quali, ad esempio, la vestizione e la distanza da tenere da pazienti e colleghi.
Risulta faticoso gestire il paziente proprio a causa delle barriere materiali e fisiche e questo genera un conflitto tra il supporto in sicurezza da offrire all’utente e l’impedimento di potergli stare vicino fisicamente ed emotivamente, colonna portante del nostro impegno (a causa della vestizione e della distanza è spesso difficoltoso instaurare un semplice colloquio o comprendere l’emotività del trasportato attraverso la mimica facciale). Un’altra difficoltà è sicuramente quella della paura, paura di essere contagiati e paura di portare il Covid tra le mura di casa o alle persone a noi più vicine.
“Quali sono i progetti che state portando avanti attraverso il Se.P?”
Stiamo agendo su un duplice fronte: interno per dipendenti e volontari ed esterno con nuovi servizi rivolti alla popolazione generale.
A livello interno appartenere ad entrambe le categorie, quella di Psicologa e quella di Volontaria, permette di comprendere maggiormente le difficoltà di chi svolge le varie attività, rendendo possibile l’organizzazione di un servizio di ascolto mirato, supporto nella gestione della criticità del momento e creare dei webinar formativi centrati sulle problematiche più attuali.
A livello esterno, oltre alle molteplici attività già collaudate, sono stati attivati diversi servizi destinati ad utenti appartenenti alle fascie più deboli e alle persone colpite in maniera diretta o indiretta dall’emergenza Covid tra cui: consegna di spesa e farmici a domicilio e restituzione di effetti personali di pazienti ospedalizzati che magari non ce l’hanno fatta. E’ stato inoltre attivato uno sportello di ascolto telefonico per un primo contatto di supporto gestito sia dai professionisti presenti che da volontari o dipendenti adeguatamente formati.
“Sembra un impegno abbastanza oneroso, cosa ti motiva a farlo?”
Sicuramente essere in grado di rispondere alle necessità di chi non ha i mezzi o è più debole. L’emotività che ci investe in ogni attività è spesso molto forte, ma quello che rimane e ci permette di andare avanti (mi permetto di parlare a nome di tutti i volontari) è la gratitudine e i sorrisi delle persone.
Per quanto regalare un sorriso, uno spazio d’ascolto, una parola di conforto, la disponibilità a svolgere una commissione per conto terzi, possa sembrare banale o superfluo, in questo momento è ciò che può svoltare la giornata di qualcuno.
Siamo tutti in grado, e secondo me in dovere, di farlo, ciascuno secondo le proprie possibilità.
“C’è un messaggio che vuoi lanciare?”
Stiamo vivendo nell’epoca del “hanno tutti ragione”.
Ognuno di noi ha richieste, pretese, esigenze, abitudini che derivano dalla singola storia personale, che anche se diversa dalla nostra è da rispettare.
Oltre che essere volontaria CRI lavoro in ospedale 7 giorni su 7 nei reparti COVID. Io non so che significa fare quarantena (dall’inizio dell’emergenza avrò avuto si e no 4 giorni liberi) ma so che impazzirei, come sta succedendo a tanti, a pensare di essere reclusa in casa. Non so cosa voglia dire aver paura di non arrivare a fine mese, perchè sto lavorando il doppio ma, come sopra, potrei impazzire se quella fosse la mia unica preoccupazione.
Molti di voi, però, non possono capire cosa voglia dire passare 60 giorni in ospedale in questo momento, non possono capire che qualsiasi tua preoccupazione diventa piccolissima di fronte alla sofferenza che ogni giorno respiri, non riescono ad immaginare quanto fortunati siano ad avere i propri cari vicini e in salute.
Abbiamo tutti il diritto di esprimere il nostro malessere ed è fondamentale farlo, ma ancor più importante è rispettare quello altrui, che non vale meno del nostro.
Siamo nell’era del “hanno tutti ragione”, ma alla base delle nostre azioni ci dovrebbe essere la priorità collettiva che riguarda la salute di tutti.
Infine non vi dirò di “stare a casa” (l’abbiamo sentito già per troppo tempo), ma vi voglio dire: siate cauti, perchè nessuno vorrebbe vedere o vivere ciò che vivo io ogni giorno.
Quindi: #HANNO TUTTI RAGIONE #SIATE CAUTI.
Grazie Francesca, grazie del tempo che sei riuscita a dedicarmi, grazie per il tempo che dedichi agli altri togliendolo a te stessa e grazie per la passione che ci metti!
Grazie a te Elisa, per aver mostrato il tuo interesse e per avermi prestato la tua penna!