a cura della Dott.ssa Elisa Tenucci
C’è qualcosa di molto ironico nella felicità e sta nel fatto che non solo quasi tutti si sforzano di raggiungerla ma che fanno anche di tutto per tenerla sotto controllo, per evitare si essere un domani “infelici”.
Respiriamo l’aria e viviamo aspettando primavera…” recita così il ritornello di una vecchia canzone di Marina Rei. Sta bussando alle porte e con essa stanno arrivando le nuove vetrine colorate, il profumo dei fiori lungo la strada, le prime finestre aperte alla sera, i dubbi amletici su dove andare in vacanza, la corsa a rimettersi in forma! Ma cos’è in realtà la Primavera? Voglia di cambiamento…la ricerca della felicità dopo un lungo Inverno!
Ma come si nota quando si è felici?
La nostra mente si è evoluta nel corso degli anni, da quella dei nostri antenati fino a noi, per farci sopravvivere in un mondo pieno di pericoli, e, al tempo stesso, anche gli acerrimi nemici si sono evoluti, da lupi pelosi sono diventati il posto di lavoro, l’esclusione da un gruppo, multe in auto, ammalarsi,etc…. L’evoluzione ci ha modellato per farci soffrire psicologicamente: per far si che ci si confronti di continuo, per auto criticarci, per concentrarci su ciò che non abbiamo, per raffiguraci sempre il peggior scenario possibile… come si può pretendere che essere felici sia poi così semplice?
Russ Harris, psicoterapeuta australiano tra i pioneri della Acceptance and Commitment Theraphy (ACT), ci insegna che esistono tre miti fondamentali sulla felicità che ci impediscono di raggiungerla. Vediamoli insieme:
1. Credere che la felicità sia la condizione naturale di tutti gli esseri umani: hai il cibo, acqua, una casa e una relazione sentimentale? Allora naturalmente sarai felice! Probabilmente ci sono molte forme di felicità che nemmeno riuscite ad immaginare! La realtà è che la normale condizione degli esseri umani vada di pari con le emozioni che si provano, e che le emozioni sono in continuo cambiamento,come il tempo. Si si può definire una condizione naturale della primavera un pomeriggio caldo di sole ,ma può succedere anche che piova a primavera e che non sia nemmeno così caldo! E lo stesso vale per le emozioni. Si può essere felici, ma si può provare ansia in diverse situazioni, o paura o solitudine o senso di vuoto, e può capitare, anche all’improvviso!
2. Essere felici vuol dire sentirsi bene: la definizione di felicità ha due significati molto diversi. Quello più comune è appunto “sentirsi bene” provare quindi un senso di piacere. Ma come tutte le emozioni umane la sensazione di felicità non dura in eterno e pur quanto ci sforziamo di stringerla e trattenerla scivola comunque via. Un esempio? Pensa al momento più bello della tua vita. Lo stai visualizzando? Bene. Quanto è durato? Quanto è durata quella sensazione di quel sentimento? Magari dopo è successo qualcosa che ti ha contrariato, irritato…. e dov’è andata la felicità? Questo per descriverti e farti notare che la tua vita è ricca e significativa da un punto di vista emotivo. Oppure prova a pensare ad una relazione stabile , pensa alle persone che si amano e che si prendono cura l’una dell’altra. Quando un relazione va bene può dare sentimenti fantastici come amore e gioia ma può dare anche tensioni, difficoltà conflitti. Il partner perfetto non esiste e inevitabilmente prima o poi sorgeranno delle incomprensioni. E’ affascinante come le persone a cui vogliamo così bene riescano altresì a farci arrabbiare, intristire, disperare. La stessa cosa vale in altri ambiti della nostra vita , pensa ad un progetto per costruire la tua carriera lavorativa nel quale ti sei impegnato o stai impegnando, quanta energia ed entusiasmo ci dona ma anche quanto stress, paura ed ansia ci genera! Quello che conta è l’altro significato della felicità che è rappresentato dal “vivere una vita ricca, piena e significativa”.quando ci muove verso la direzione di ciò che è veramente importante per noi, allora la felicità che si prova non sarà fugace, ci darà un senso di vita ben vissuta, perché se viviamo una vita piena proveremo l’intera gamma delle emozioni.
3. Se non sei felice, hai qualcosa che non va : la società occidentale ci insegna che la sofferenza mentale sia sbagliata. La vita ti ha dimostrato che è così come quando sei malato che hai bisogno di medicazioni e di essere curato. Così quando provi emozioni o pensieri dolorosi, ti rimproveri per la tua debolezza. In realtà se non sei felice è normale. La vita è difficile.
C’è qualcuno per cui la vita è semplice? (Alzi la mano) C’è qualcuno che vuole maggiori difficoltà nella propria vita? Qualcuno che vuole più sofferenze?
La risposta sarà sempre NO, perché ognuno ha già le sue.
Quindi , per citare una metafora usata del Dott. Harris durante il primo congresso italiano sull’ACT “ I nostri comportamenti sono come un tabellone di freccette, a seconda di dove lanci la freccetta vieni via da o vai verso il tuo obiettivo” : se sceglierete di inseguire ciò che per voi è importante allora imboccherete la strada verso la vostra felicità!
Bibliografia:
Russ Harris e G. Presti “La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere “ ed.Erikson, 2010.