a cura della Dott.ssa Giovanna Panichi

in collaborazione con la Dott.ssa Lavinia Rossi

Cos’è l’ASMR?

Il fruscio delle tende, lo sfogliare lento delle pagine di un libro, il rumore delle matite che sfregano l’una contro l’altra, una voce calda che sussurra parole quasi incomprensibili: stiamo varcando le frontiere dell’ASMR, acronimo inglese di “risposta autonoma del meridiano sensoriale” (Autonomous Sensory Meridian Response), dove la parola “meridiano” sarebbe un eufemismo per indicare l’orgasmo, mentre la “risposta autonoma” farebbe riferimento alla diversità delle reazioni, che variano da individuo a individuo.

Il termine ASMR è stato coniato nel 2010 da Jennifer Allen, conosciuta con lo pseudonimo di Envelope Nomia, in risposta a molte persone che, sul forum SteadyHealth, affermavano di aver provato, appunto, una sorta di “orgasmo mentale”. L’ASMR consiste, infatti, nell’esposizione a stimoli molto lievi e ripetitivi, con lo scopo di ottenere un effetto rilassante e di generale benessere, una sensazione molto piacevole, un particolare formicolio al cuoio capelluto, lungo la schiena o sulle spalle, accompagnato nella gran parte dei casi da un senso di totale relax psico-fisico, un torpore simile a quando si sta per dormire piacevolmente. L’esistenza di questa particolare sensazione, un vero e proprio orgasmo mentale, non ha ancora evidenze scientifiche, ma sono in tantissimi coloro che affermano di avvertirla nel percepire dei suoni particolari, tanto che il piacere che se ne ricava è molto simile a un’estrema forma di rilassamento, dal potere più calmante che eccitante, anche se dal lieve intorpidimento scatta poi una ripercussione lungo tutto il corpo di una scossa elettrica talmente godibile da poter essere definita come “orgasmo”.

Il trigger dell’ASMR

L’orgasmo mentale scaturisce dunque dalle percezioni veicolate dai cinque sensi che riescono a bypassare il cervello, provocando una lieve scossa che dall’encefalo scende lungo la schiena o in direzione delle spalle e solitamente si accompagna a un completo rilassamento mentale. Chi sperimenta per la prima volta questo fenomeno, che la scienza non è ancora riuscita a spiegare, afferma senza ombra di dubbio di aver avuto un assaggio tangibile di Paradiso!

A fungere da “trigger” (innesco), come già accennato, possono essere suoni provocati da azioni come affondare la mano nel sacchetto di legumi secchi, rompere la crosta di zucchero della crème brûlée con la punta del cucchiaio, ascoltare persone che bisbigliano o praticano il soft-speaking,  ma anche lasciarsi cullare dal classico asciugacapelli con il suo vibrante ronzio.

Tuttavia, se il ruolo da protagonista nel processo distensivo, paragonabile ai preliminari dei giochi sessuali, è rappresentato dall’audio, anche l’elemento visivo ha una sua importanza: movimenti delle mani e piccoli gesti compiuti con lentezza, oppure immagini fisse accompagnate da suoni di sottofondo come una biblioteca col caminetto acceso, una foresta sotto una pioggia monotona e continua, e quant’altro, hanno una funzione significativa.

I video, già circolanti nel web a tale scopo, sono generalmente prodotti usando la tecnica della registrazione binaurale, con due diversi microfoni sistemati in modo da creare un’esperienza di ascolto 3D, perché la stereofonia conferisce in chi ascolta un senso di pienezza spaziale: lo spettatore ha la sensazione di essere davvero nella stanza in cui si svolge l’azione.  

È per questo che, su YouTube, il genere di video ASMR più prolifico è quello del role-play  (giochi di ruolo), ovvero quello in cui lo youtuber di turno, detto ASMR artist,  ricrea una situazione di vita quotidiana in cui il protagonista è proprio l’ascoltatore: quella più frequente riguarda il grooming, la cura del corpo, nella quale si può essere i protagonisti di un massaggio alla testa, di una infinita sessione di spazzolatura dei capelli, o si può persino essere comodamente seduti dal barbiere, pronti a farsi radere. Nel mercato del sesso, del resto, si sono ben presto sviluppati interi filoni ispirati all’ASMR e numerosi appassionati del genere ritengono di poter ottenere un vero e proprio appagamento “sessuale” dall’ascolto di certi audio.

L’ASMR come braingasm

Ma perché in gergo ci si riferisce all’ASMR come ad un “orgasmo mentale” o braingasm? Sul  piano fisiologico, è stato dimostrato che i suoni regolano le secrezioni ormonali, la respirazione, il battito cardiaco e persino le onde cerebrali (in particolare le onde alfa, quelle che si producono durante la meditazione). Il nostro meccanismo di autoregolazione, infatti, fa in modo di armonizzare l’intero organismo con ciò che viene avvertito dall’udito: un suono percepito come rilassante è in grado di diminuire la frequenza cardiaca, rendere il respiro meno affannoso, abbassare la temperatura corporea e stimolare il rilascio di endorfine fino ad arrivare, talvolta, a un “brivido” di benessere generale.

È abbastanza agevole, dunque, comprendere come certi suoni si possano associare alle prime fasi di accudimento genitoriale e quindi ad una rievocazione fantastica di quell’oasi infantile di pace e di coccole che può favorire il relax, ma non è altrettanto immediato leggere l’aspetto erotico della cosa: forse la voce calda di una whisperer straniera può essere considerata sexy nell’immaginario comune (pensiamo alla reazione di Gomez della Famiglia Addams quando sente sua moglie, Morticia, parlare in francese), ma come può il rumore di un certo tessuto, ad esempio, fungere da stimolo eccitante?

Citando il filosofo greco Epitteto, “non sono le cose che turbano l’animo umano, ma le opinioni che si hanno su di esse”; quindi, in termini concreti, non esistono di per sé stimoli rilassanti o attivanti, ma lo diventano in base alla percezione del singolo individuo. Poniamo l’esempio di sottoporre tre diverse persone ad un massaggio tradizionale sul corpo. Una delle tre potrebbe pensare “odio che un estraneo mi tocchi, lo trovo invadente, la pelle è pur sempre la zona esogena più estesa del corpo e quindi dovrebbe essere un elemento privato, intimo” e, di conseguenza, provare rabbia oppure ansia o vergogna nel caso in cui si focalizzasse sul giudizio dell’altro; un secondo individuo, invece, potrebbe pensare “che bella sensazione, avevo giusto delle contratture da sciogliere, tutto il giorno sto in ufficio, finalmente un po’ di tempo per me!” e provare  sollievo, gratitudine; la terza persona, infine, potrebbe avere un vissuto diverso e associare le mani sul corpo al preludio di un amplesso ed avere pertanto una reazione fisica ed emotiva di eccitazione quasi “erotica”.  Ecco che, posto in questi termini, diventa chiaro il motivo per cui anche i rumori della quotidianità possano suscitare emozioni così diverse.

La frammentazione della sessualità

A questo punto, però, rimane da chiedersi: ma perché c’è tanto interesse per queste forme di piacere alternative e assistiamo sempre di più alla “parcellizzazione della sessualità”, al suo frazionamento e spostamento dalle classiche zone erogene ad altre parti del corpo e all’esclusione della componente più propriamente relazionale umana, talvolta dando luogo a vere e proprie parafilie?

Il corpo, oggi, invadentemente esibito nella sua ricercata bellezza, è spesso un corpo senza profondità, non solo omologato a canoni estetici alla moda, ma anche “parcellizzato”, anatomizzato dalla scienza e perfino dal senso comune: si guardano i particolari di esso e si perde il senso olistico della persona. Così il sesso, che normalmente dovrebbe coinvolgere l’intero individuo, tanto che l’orgasmo è un complesso di reazioni neuro-muscolari involontarie, di breve durata, che corrisponde al culmine dell’eccitazione sessuale conseguente ad una stimolazione sia fisica che psicologica, viene anch’esso “parcellizzato”, addirittura spostato, tanto che si parla di orgasmo enogastronomico, coregasm, orgasmo da shopping e di “orgasmo mentale”, come se ciascuna di queste attività, isolatamente, fosse in grado di far raggiungere alla persona quell’acme di piacere definibile tale.

L’erotismo sul web: conseguenze

Inoltre, orgasmo mentale a parte, dobbiamo riconoscere che l’erotismo viaggia sempre di più online e stiamo andando, grazie al web, verso un individualismo generalizzato dove l’investimento nell’approccio verso l’altro è ridotto ai minimi termini, l’iter tra bisogno e gratificazione è sempre più breve: si predilige la comodità di una confort zone di fronte ad un monitor, eludendo l’impegno e la potenziale conflittualità di una relazione, così come l’eventuale senso di inadeguatezza nei confronti dell’altro.

E laddove, qualche decennio fa, una playmate in abiti succinti invitava giovani e meno giovani all’acquisto della storica rivista, promettendo immagini proibite di donne da sogno, adesso è il voyeurismo online a far da padrone. Le abitudini sessuali sono cambiate, a partire dalle modalità con cui ci si conosce: le app e i social, rimpiazzando l’incontro vis-à-vis, tendono a sostituire anche la fase di corteggiamento, necessaria alla nascita e alla crescita del desiderio, tanto che, in termini cognitivi, lo scopo della vicinanza dell’altro sembrerebbe declinarsi nei termini di una vicinanza virtuale o di semplice appartenenza ad un gruppo in rete. Si assiste così ad una crisi dell’intimità e della reciprocità.

Oggi il web è pieno di offerte per cui vige la ricerca della novità del momento, e l’ASMR, tra tutti, sembrerebbe poter anche offrire uno stimolo più “puro”, scorporato, eliminando così il lato “sporco” della sessualità.

Ma è possibile allontanare senso di colpa e vergogna disumanizzando lo stimolo erotico, come accade nel caso dei manga vietati ai minori, gli “hentai”, molto noti nel mondo del Cosplay, che hanno come protagonisti personaggi animati intenti a mettere in atto le più disparate fantasie.

D’altro canto, assistiamo ad umanizzazioni di oggetti, come nel caso degli ormai noti Sexbots, robot che fanno le veci di umani, perché una macchina non ci può “rifiutare”.

Una nuova risposta alla società complessa?

Non possiamo negare che anche questo è un modo per rispondere alla complessità del mondo moderno, che ci propone, e in parte ci impone, sempre nuovi modelli comportamentali, ai quali non tutte le persone sono preparate a rispondere con spirito critico e in piena autonomia.

Ma ci aspetta davvero un futuro alla stregua della serie televisiva Black Mirror? O la nostra “umanità” avrà comunque il sopravvento? Come si dice di solito: lo scopriremo solo vivendo.

Per approfondimenti

  • Aquilar F., Parlare d’amore. Psicologia e psicoterapia cognitiva delle relazioni intime, Franco Angeli, Milano 2015.
  • ASMR C., Il potere di un sussurro. La prima guida italiana all’ASMR, Mondadori, Milano 2019.
  • Ghezzani N., La paura di amare, Franco Angeli, Milano 2012.
  • Kaufmann J. C., Love online, Polity Press, London 2012.
  • Magaraggia S., Jean-Claude Kaufmann, “Love Online”, in Sociologica, n.3, 2015.
  • Novella S., ASMR in NeuroLogica, in New England Skeptical Society, 12 marzo 2012.