All’interno dell’ampia cornice della “psicopatologia dell’età evolutiva” sicuramente occupano un posto di riguardo quei disturbi che sovente vengono liquidati facendo riferimento ai cosiddetti “bambini difficili”. Stiamo parlando di quelli che il DSM 5, il “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, fa rientrare da una parte nella categoria dei “Disturbi Dirompenti, del Controllo degli Impulsi e della Condotta”, dall’altra, nel caso specifico dell’ADHD (disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività), in quella dei “disturbi del neurosviluppo”.

Senza volerci addentrare oltre nello specifico dei vari disturbi, sottolineiamo che, per quanto riguarda l’ADHD, si fa riferimento ad un quadro clinico caratterizzato da un “un pattern persistente di inattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento o lo sviluppo” (DSM 5,  2013), mentre per quel che concerne i “Disturbi Dirompenti, del Controllo degli Impulsi e della Condotta” facciamo riferimento a quella categoria che comprende al suo interno il disturbo oppositivo provocatorio, il disturbo esplosivo intermittente, la piromania, la cleptomania ecc..

Al di la delle peculiarità delle singole patologie, i dati di ricerca sono chiari nel dimostrare come un intervento precoce possa rappresentare un importante strumento per scongiurare esiti peggiorativi, soprattutto in relazione al fatto che spesso i vari disturbi si presentano in comorbilità, ossia all’interno di un medesimo quadro clinico – si stima che il 50%-87% degli individui ADHD presenta almeno un altro disturbo in comorbilità (Biederman et al. 1993; Adler et al. 2008) – rendendone più difficile il trattamento.

Il centro Pandora propone un intervento integrato e multimodale, che si cura dei vari aspetti che caratterizzano il disturbo.

Ponendo al centro dell’intervento sempre ed unicamente il bambino con i propri vissuti, emozioni e comportamenti, l’intervento prevede innanzitutto delle sedute individuali:

  • Psicoterapia individuale: l’obiettivo è quello di comprendere col bambino, mediante l’impiego di apposite strategie, quali sono le situazioni che attivano i pensieri, le emozioni ed i conseguenti comportamenti. Insieme si cerca quindi di capire quale sia il risultato che, con tali condotte, il paziente intende raggiungere o quale la conseguenza che cerca di scongiurare, al fine di individuare, in maniera condivisa, strade alternative più efficaci soprattutto dal punto di vista sociale, emotivo e relazionale.

Nel fare ciò è importante intervenire anche sui contesti maggiormente frequentati dal bambino insieme alle principali figure di riferimento tra i quali le più importanti sono:

  • I Genitori: attivando percorsi specifici di “parent training”, si propongono ai genitori strategie efficaci per gestire i momenti di difficoltà. Spesso infatti si evidenzia come determinate condotte adottate in risposta ai comportamenti del bambino, benché quasi sempre animate da un sano proposito educativo, finiscono per rinforzare (ossia per renderne più probabile la ripetizione in futuro) i comportamenti che si intende ridurre. In questo senso l’intervento mira proprio ad insegnare strategie più efficaci quali ad esempio il rinforzo dei comportamenti positivi adottando strategie di dimostrata efficacia.
  • Gli Insegnanti: Allo stesso modo, mediante specifici interventi di “teacher training”, si cerca di modificare le azioni messe in atto dagli insegnanti che agiscono nella stessa direzione negativa sopra citata. Con incontri periodici con il corpo docente, si lavora affinché determinate contromisure lascino il posto ad azioni più efficaci, che prevedano il coinvolgimento non solo del singolo alunno in questione bensì, dove è possibile, dell’intera classe  (Token Economy, Coping Power Program Scolastico ecc…).

Tra i servizi proposti inoltre, vi è anche quello medico, che prevede l’intervento del neuropsichiatra infantile, laddove ad esempio si evidenzi la necessità di un supporto farmacologico.

In generale, la metodologia adottata nel nostro centro consiste un intervento che pone la propria attenzione su tutti i contesti e gli aspetti che caratterizzano la vita del bambino, coinvolgendo attivamente in questo non solo il paziente, ma tutti coloro che svolgono per esso una funzione di riferimento.

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