A cura della dott.ssa Valeria Rossi

I disturbi alimentari sono un  importante problema di salute riguardante soprattutto gli adolescenti e le giovani donne nei Paesi Occidentali.

Se si sospetta di avere un disturbo dell’alimentazione è opportuno rivolgersi ad un professionista per ricevere un’adeguata valutazione diagnostica ed, eventualmente, il tipo di cura più appropriato.

La psicoterapia è un passaggio essenziale nel trattamento dei disturbi alimentari.

Diamo voce ad Elena, nome di fantasia: una testimonianza di incoraggiamento e di speranza per tutti coloro che quotidianamente lottano con questi disturbi.

“All’inizio è tutto normale: vuoi perdere qualche kg così come tanti altri; vuoi fare attività fisica per tenerti in forma e star bene. Passa un attimo e tutto questo diventa l’unico pensiero della giornata: cosa mangiare per non ingrassare, quanto poco mangiare, quando fare attività fisica, quali scuse inventarsi per evitare di mangiare o di uscire in compagnia di amici, se questo implica cibo. Inizi a guardarti sempre allo specchio, a pesarti e a toccarti parti del corpo che vorresti più magre. Il fisico diventa sempre più ossuto e debole, ma non è la sola cosa che cambia: inizi ad essere sempre spenta, a non ridere più come prima, a non provare più piacere in niente.

Rendersene conto è difficile, chiedere aiuto ancora di più. Quel momento sembra una sconfitta perché nella tua testa non c’è niente di sbagliato, è tutto sotto controllo, puoi smettere quando vuoi.

Da quel momento sono passati 7 mesi, e ad oggi non potrei aver fatto una scelta migliore. La terapia è difficile, dolorosa e richiede il 200% delle tue forze ed attenzioni. Però ti dicono che ne sarai ripagata.

Ne sei davvero ripagata quando inizi a mangiare, a sentirti più forte fisicamente ed a apprezzare il gusto di un piatto buono, dopo aver mangiato insalate scondite per mesi. Sei ripagata quando, per la prima volta, (ri)mangi una pizza. Quella sera io non la dimenticherò mai, mi tengo stretto il ricordo come uno dei momenti più felici ed appaganti di sempre. La soddisfazione che ho provato quella è stata talmente forte che mi ha spinto ad affrontare tanti altri cibi che ormai consideravo vietati, perché un successo genera l’altro.  

Ne sei ripagata quando ti accorgi di star riprendendo in mano la tua vita e di star vivendo come prima; quando ti rendi conto che ti siedi al tavolino con gli altri, parli e ascolti, invece di contare i bocconi e cercare di buttar via ciò che ti sembra eccessivo.

La terapia è importante perché ti rende consapevole di tutti i meccanismi della malattia che altrimenti non capiresti mai, ma soprattutto ti apre gli occhi su tutto ciò che ne sta alla base, su tutto ciò che c’è dentro di te. E anche se poi una certa attenzione/apprensione verso il cibo ci sarà sempre, sarai capace di riconoscere quando diventa pericolosa e saprai cosa fare.

Dal disturbo alimentare si guarisce. Si esce più consapevoli su se stessi e anche un po’ migliori”.