a cura della Dott.ssa Chiara Lignola
“Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l’ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno”.
“Questo è il giorno più gradito della settimana, pieno di speranza e di gioia: domani le ore porteranno con sé tristezza e noia, e ognuno tornerà col pensiero al lavoro consueto”. Così Giacomo Leopardi parlava nella sua poesia “Il sabato del villaggio” proprio di quello che oggi viene chiamato il Sunday Blues. La domenica, giorno tanto atteso, giorno di festa e di pausa da lavoro, il giorno del riposo, del tempo libero in realtà risulta essere un giorno triste e malinconico nell’esperienza di molti, con vissuti di ansia e tristezza per il giorno successivo, il lunedì.
E come non palarne oggi, alla fine della seconda domenica di gennaio quindi quella che anticipa il terzo lunedì del mese...di cosa stiamo parlando? Del Blue Monday. Il terzo lunedì di gennaio dovrebbe essere, secondo i britannici, il il lunedì più triste dell’anno…ma attenzione! Il Blue Monday non è altro che una bufala pseudoscientifica!
Cliff Arnall, dell’Università di Cardiff averebbe condotto uno studio che dimostrerebbe tale fenomeno, calcolato con una complicata formula matematica ma in realtà tale studio sarebbe una bufala usata da un’agenzia di viaggi per promuovere una campagna pubblicitaria. Lo stesso Cliff Arnall sembra aver ultimamente preso le distanze dal fenomeno.
Blue Monday, Sunday blues, Christmas blues, August Blues….perché blue?
“To feel blue”, “sentirsi blu” nella cultura anglosassone è un’espressione che significa sentirsi tristi, giù di morale. (Sarebbe interessante aprire una parentesi sulla storia dell’uso di questa espressione ma riteniamo utile rimandarla ad altre sedi). Una canzone in lingua inglese degli Eiffel 65 tradotta in italiano diceva: “Ho una casa blu con una finestra blu blu è il colore di tutto ciò che indosso.Blu sono le strade e anche tutti gli alberi.Ho una ragazza, ed è così blu. Blu sono le persone che vanno in giro qui, blu come la mia Corvette, è parcheggiata là fuori. Blu sono le parole che dico e ciò che penso. Blu sono i sentimenti che vivono dentro di me. “ Perché come riteneva Seneca, siamo tristi (o blu) quanto crediamo di esserlo: sono infatti i nostri pensieri a determinare le emozioni che proviamo.
Perché proprio la domenica e perché il lunedì?
La predominanza della religione cristiana spiega naturalmente la tradizione della domenica come giorno di riposo nel Regno Unito e nel resto dell’Europa in generale. Nell’Islam il giorno del culto pubblico è venerdì e quindi la settimana lavorativa tende a sciare da sabato a mercoledì (come in Algeria, Kuwait, Oman e Arabia Saudita) o da domenica a giovedì (come in Egitto e negli Emirati Arabi Uniti). Nel giudaismo, il giorno del culto pubblico è sabato e quindi anche la settimana lavorativa in Israele tende a scappare da domenica a giovedì.
La tradizione di una settimana lavorativa di cinque giorni ha le sue origini più nella storia industriale. Il primo periodo industriale in Europa tendeva a coinvolgere una settimana lavorativa di sei giorni.
Cosa troviamo nella letteratura scientifica?
Nello studio condotto da Areni e coll. (2011) gli studenti universitari mostravano un ampio effetto Monday Blues, mentre gli uomini sposati che non erano studenti riferivano effetti minori con maggiore varianza. In uno studio, condotto da Areni (2008) qualche anno prima sugli stereotipi legati agli effetti dei giorni della settimana (DOW acronimo di“day of the week”) , il contenuto delle interviste ha suggerito che le persone tendono a sopravvalutare il tempo a disposizione nel futuro fine settimana ritenendo che due giorni di inattività ininterrotta saranno più piacevoli di quanto non siano in realtà. Nello stesso anno Areni & Burger (2008) hanno condotto uno studio su un campione di 202 due soggetti che riportarono il lunedì come la peggiore mattinata (65%) e la sera (35%); mentre venerdì (43%) e sabato (45%) sono state rispettivamente la migliore serata e la mattina. In un secondo studio di 353 partecipanti, le valutazioni degli umori tipici sono state le più basse lunedì, salendo a un picco il sabato, ma gli stati d’animo ricordati del lunedì precedente erano più strettamente legati agli umori tipici che agli umori reali, il contrario era vero per gli umori ricordati del venerdì e del sabato precedenti.
Larsen & Kasimatis (1990) hanno dimostrato che le fluttuazioni giornaliere dell’umore si svilupperebbero in un ciclo di 7 giorni ed esisterebbero delle differenze individuali come la maggiore estroversione che renderebbe i soggetti maggiormente estroversi meno influenzati da questo ritmo: comportamenti come la ricerca di novità e nuove sensazioni dei soggetti definiti come estroversi probabilmente ridurrebbe la prevedibilità ciclica dei loro stati d’animo quotidiani.
Stone & al. (1985) hanno studiato la variazione dell’umore negli uomini sposati nei giorni della settimana. L’umore di lunedì non era diverso da quello dell’umore di martedì, mercoledì o giovedì, ma l’umore positivo era più alto e l’umore negativo era più basso durante il fine settimana; le misure dell’umore depresso non variavano di giorno in settimana
In conclusione…
Il “Sunday Blues” chiamato anche ‘School Bus Blues’ (la tristezza che provano gi studenti sul pulmino della scuola) o ‘ Sunday night depression’ (la tristezza della domenica sera/notte) si tratterebbe dell’ansia e della tristezza che si manifestano alla fine del week end attivate dal pensiero e quindi dalla minaccia di iniziare un’altra intera settimana di lavoro e della perdita della spensieratezza, della delusione della domenica della quale parlava Leopardi.
Quindi secondo la letteratura scientifica non esisterebbe un lunedì più triste dell’anno ma effettivamente molti studi e l’evidenza clinica dimostrerebbero la presenza di una tristezza domenicale e una tristezza legata all’avvento del lunedì (attenzione: non a un lunedì nero comprovato come il giorno più triste dell’anno).
I social network sono pieni di vignette e meme che ricordano la difficoltà, la tristezza, la catastrofe ricorrente dell’avvento del lunedì, concorrendo socialmente a un approccio mentale dove paradossalmente non si può non aderire a questo status e si deve per forza vivere il lunedì come un lutto o comunque una prova ardua da affrontare, così come accade per altri cicli (inizio dell’autunno e fine dell’estate, l’inizio dell’estate con la prova costume, l’inizio delle festività natalizie con i pranzi, gli incontri le spese o la fine delle vacanze ecc.). Si dunque controtendenza o anomali ad iniziare la settimana con entusiasmo e curiosità e condividerlo con gli altri!
Se pur una bufala, il blue monday getta luce sull’emozione della tristezza. Non possiamo cancellarla e questo vale per tutte le altre emozioni di base.
Che sia la tristezza della domenica o del lunedì, pretendere di non essere tristi e non provare ansia sono scopi non raggiungibili e anzi quasi pericolosi in quanto queste emozioni se pur spiacevoli ci servono! La tristezza, spesso confusa con la depressione, è un’emozione funzionale a indicarci la percezione di una perdita e di una compromissione di un bene o di uno scopo (così come l’ansia è l’emozione che si attiva quando percepiamo una minaccia). Abbiamo troppa tendenza nella nostra cultura a pensare che essere tristi sia una cosa negativa, che bisogna esserlo il meno possibile.
“La tristezza è un appello dall’interno, un appello intimo che chiede all’uomo di fermarsi. Gli dice che ha appena vissuto una cosa molto importante, e che non bisogna rimuoverla subito, non bisogna far finta che non fosse niente (…)La tristezza ci aiuta quindi a cercare con calma il modo di ripartire, di rilanciarsi sul viale della vita. Ci permette di affrontare le nuove difficoltà con uno sguardo piú profondo, che va all’essenza delle cose, che non si ferma all’apparenza. È importante tenere sempre un legame solido con la tristezza, che ci accompagna come un cane fedele, che ci guida nei momenti difficili. E allora la tristezza ci regalerà la piú bella delle cose : essere finalmente capaci di godersi i momenti belli e felici in modo totale” (Cristoph Baker _“Elogio della dolcezza” )
di Chiara Lignola – Psicologa – Psicoterapeuta
Bibliografia scientifica di riferimento
∗Areni, C. S. (2008) (Tell me why) I don’t like Mondays: does an overvaluation of future discretionary time underlie reported weekly mood cycles? Cognition & Emotion, 22, 1228–1252. Google Scholar, Crossref
∗Areni, C. S., Burger, M. (2008) Memories of “bad” days are biased more than memories of “good” days: past Saturdays vary, but past Mondays are always blue. Journal of Applied Social Psychology, 38, 1395–1415. Google Scholar, Crossref
*Areni, C. S., Burger M., Zlatevska N. (2011). Factors Affecting the Extent of Monday Blues: Evidence from a Meta-Analysis
Charles S. Areni, Mitchell Burger, Natalina Zlatevska First Published December 1, 2011
∗Csikszentmihalyi, M., Hunter, J. (2003) Happiness in everyday life: the uses of experience sampling. Journal of Happiness Studies, 4, 185–199. Google Scholar, Crossref
∗Larsen, R. J., Kasimatis, M. (1990) Individual differences in entrainment of mood to the weekly calendar. Journal of Personality and Social Psychology, 58, 164–171. Google Scholar, Crossref, Medline
∗Stone, A. A., Hedges, S. M., Neale, J. M., Satin, M. S. (1985) Prospective and cross-sectional mood reports offer no evidence of a “Blue Monday” phenomenon. Journal of Personality and Social Psychology, 49, 129–134. Google Scholar, Crossref